Pier Augusto Stagi
Si nasconde, Paolo Bettini. Si nasconde nella pancia del gruppo e sbuca fuori quando meno te lo aspetti, con una progressione impressionante, tanto da lasciare senza gambe, senza fiato e senza parole gente del calibro di Thor Hushovd (il norvegese perde ma veste la maglia oro di leader per 2), il nostro Luca Paolini e laustraliano Robbie Mc Ewen. Velocisti più o meno puri, che vengono bruciati negli ulitmi 30 metri di corsa da chi si ostina a non definirsi velocista «ma un buon passista veloce, capace di tanto in tanto di battere anche i velocisti puri», per usare le sue parole. Il campione dItalia si nasconde anche dopo la vittoria di Cordoba dove ieri pomeriggio si è concluso il secondo atto di questa Vuelta di Spagna: «Però credetemi - spiega -, la volata lho fatta oggi, ma scordatevi di rivedermi nella mischia: le volate sono troppo pericolose e io non posso rischiare ogni volta losso del collo: ho altri obiettivi per la testa».
In verità il livornese campione olimpico ad Atene, campione dItalia in carica, al suo sesto centro stagionale, secondo al Giro di Spagna, ha in mente un solo grande obiettivo: la maglia di campione del mondo. A lui, che è forse il miglior interprete planetario da tre stagioni a questa parte per le corse di un giorno, manca solo la maglia iridata per completare la personalissima collezione.
Intanto ieri in Francia a Plouoy nella corsa di Pro Tour, si è imposto il giovane Vincenzo Nibali.
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