Non ha mangiato fanghi miracolosi, non ha tracannato cocktail di ormoni, non ha bonificato la sua casa secondo i dettami del feng shui per favorire la fertilità, non ha affittato un utero, non si è nemmeno fatta fecondare artificialmente, non ha scelto un donatore sul catalogo, non ha aspettato i cinquant’anni per diventare madre. Ha usato le sue stesse «uova», il seme del marito (la star dell’hip hop, Jay Z), e per «portare» a spasso la creatura sta usando il suo grembo. Hollywood è perfino un po’ schifata dall’incresciosa, banale gravidanza imperdonabilmente retrò della cantante Beyoncé Knowles, trent’anni dopodomani, fiera della sua pancia gonfia di un bambino ma di nessun mistero.
Quando sul red carpet degli Mtv 2011, ha annunciato al mondo di essere incinta, lisciando con le mani la seta dell’abito all’altezza del ventre come per incorniciarlo, Twitter ha registrato un record di 8.868 messaggi: più di quelli «partiti» per la notizia della morte di Osama Bin Laden, o del terremoto in Giappone, o del matrimonio reale fra William e Kate... Per intendersi. Perché l’ex Destiny’s Child adesso ha trovato il suo destino in un bambino, che si è «fatta in casa» alla vecchia maniera, ma prima, negli anni, si è trasformata in un brand internazionale.
Con il suo ultimo tour ha guadagnato 120 milioni di dollari, produce due linee di abbigliamento, ha da poco lanciato il suo nuovo profumo, ha recitato con Clint Eastwood, ha cantato per la festa di insediamento del presidente Obama, si è impegnata in un sacco di attività benefiche. E insomma è già telmente sazia di futuro che pare abbia deciso di fermarsi un attimo per godersi l’unica cosa che ancora le mancava: un figlio. Altra scelta incomprensibile per i nevrotici vip di Los Angeles che in tutta questa normalità intravedono una spocchia sospetta. Ma chi si crede di essere quella lì?! Non ha pagato una madre surrogata come Sarah Jessica Parker e Nicole Kidman, non è una spasmodica dell’adozione come Madonna (finita nei guai per quella eccessivamente frettolosa e legalmente poco ortodossa in Malawi) o come Angelina Jolie (che ormai ha un figlio di ogni nazionalità), non è una collezionista di gravidanze come Victoria Beckham, non si è «scompensata» per l’ansia di non riuscire a rimanere incinta e quindi non si è messa a provare tutte le cliniche per la fertilità come fossero i cavallucci di una giostra, non è dovuta nemmeno ricorrere a donatori o uteri in affitto come Elton John perchè lei è una donna, suo marito è un uomo e perciò sono già a posto così: sono autobastevoli.
Ma che razza di presuntuosa questa ugola benedetta dall’abbronzatura morbida e dall’incintamento tradizionale! Non un’incognita sulle generalità del futuro padre, non un video che racconti il concepimento, non una canzone celebrativa per sfruttare un po’ la faccenda, non un aiutino pubblicitario a immortalare l’evento. Nulla che tesaurizzi oggi le smagliature di domani. Nessun dollaro a riempire le occhiaie delle notti insonni, nessuno scandalo da copertina a ripagare il futuro mal di schiena. Perché tanto non è vero che ogni pubblicità è una buona pubblicità.
Non è una pancia gravida di Occidente questa di Beyoncé, tantomeno gravida di Hollywood.
È una pancia di quelle che crescono con i profumi di sugo della nonna, con i chili che arrotondano la mamma e recintano il bambino, è una
pancia che sta fresca nelle lenzuola di lino e che aspetta quello che c’è da aspettare. È una pancia di quelle che succedono, questa di Beyoncè, trent’anni dopodomani e il tempo giusto nel sangue. Il tempo giusto nel ventre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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