Con Max Biaggi servono delle norme per l'uso, nel senso su come interpretare le sue parole. Perché altrimenti è facile archiviare la questione alla voce è «antipatico, a fine carriera, dice queste cose perché è ancora scornato dopo le batoste prese da Valentino Rossi». Non è così. Max Biaggi è solo terribilmente vero nel suo parlare, è un campione che da solo - e fa bene a dirlo -, all'inizio degli anni Novanta, si prese in spalla le sorti del motociclismo italiano riportandolo alla ribalta dopo anni d'oblio mediatico. In quel periodo, Max seppe infatti dargli una nuova dimensione, grazie al suo essere personaggio e grazie alle molte vittorie: i quattro mondiali di fila nella classe 250 sono lì a dimostrarlo, come il titolo di vice campione del mondo classe 500 nel '98, stagione d'esordio, così come gli altri due piazzamenti d'onore nel 2001 e 2002. Non proprio un pincopalla dunque, tanto più che nel '98 vinse il Gp d'esordio nella massima classe e contese fino all'ultimo il titolo, lui su moto non ufficiale, una Honda, all'ufficialissimo Mick Doohan. Per cui tanto di cappello anche quando, nel suo modo franco e crudo dice cose forti e senza peli sulla lingua come ieri. «Valentino Rossi mi dovrebbe ringraziare. Prima di me il mondiale si trasmetteva su Tele+ e lo vedevano cinquecentomila persone. Lui è stato molto furbo in determinati momenti, con me e con la stampa. È sempre stato lui a stuzzicarmi. Con la bambola e non solo». Nell'intervista concessa alla rivista «Riders Italian Magazine», Max ricorda infatti la bambola portata in sella all'Aprilia da un Valentino Rossi giovanissimo e vittorioso in quel del Mugello, anno 1997. Uno sfottò con chiare allusioni alle intense frequentazioni di Biaggi con modelle varie. «Sono sempre stato antipatico - prosegue il romano - perchè mi manca una caratteristica fondamentale: la paraculaggine. La gente a cui non piace Max Biaggi non ha mai conosciuto o capito la mia timidezza. Io sono abbastanza timido». Verissimo.
Quindi un affondo molto poco timido all'indirizzo di Sua Maestà Michael Schumacher: «Corre in moto? Fatti suoi. Se ha voglia di rompersi le corna a 40 anni faccia pure. La moto è un hobby pericoloso per chi non c'è mai andato». Su quest'ultimo tema, alzi la mano chi non è d'accordo con lui?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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