Giuseppe De Bellis
da Milano
Milano le guarda e le lascia passare: la prima faceva la promoter in un supermercato, la seconda era candidata a fare la valletta di Sanremo 2005, la terza non faceva nulla, la quarta ha un cognome straniero. LItalia lancia quattro modelle nel Paradiso della top: celebrità, fama, soldi, copertine e qualche rischio. Loro pensano ai primi quattro punti senza pensare allultimo che lasciano volentieri a Kate Moss e a qualcun altro. Allora ecco i nomi: Bianca Balti, Chiara Baschetti, Barbara Cassone. Le segue Maria Host. Sono loro le fantastiche quattro (tre più una, anzi magari due più due) della passerella italiana. Quattro statue in carne e ossa, pronte a prendersi la scena e il mondo che fu Claudia Schiffer, Cindy Crawford, Carla Bruni e Linda Evangelista.
E proprio una delle ex top model più famose (la Crawford) è stata la fortuna di Chiara Baschetti. È arrivata nel mondo della moda come la versione italiana di Cindy. Nata a Rimini il 28 marzo 1987, due anni fa ha vinto «Elite model look Italia». Andò a Singapore a partecipare alla finale mondiale. Dall'alto del suo metro e 82, ha cominciato a scrutare lorizzonte e sè trovata nel favoloso mondo della moda: «Mi attrae l'idea di girare il mondo, anche se da una parte mi spaventa». LItalia che non bazzica gli ambienti della moda, lha sentita nominare lo scorso inverno quando Fiorello disse in diretta radiofonica che sarebbe stata lei la valletta bruna del Festival di Sanremo. Il presunto scoop era una bufala, ma è stata anche una pubblicità gratuita per Chiara che vede le sue quotazioni in costante crescita. Lei dice che, in realtà, il suo sogno sarebbe stato un altro. Avrebbe voluto studiare psicologia e magari lavorare nel campo umanitario. Per il momento, però, pensa a far del bene agli stilisti che la fanno sfilare: Armani, La Perla, Jean-Paul Gaultier, John Galliano, Fendi, Dior, Hermes.
Prada, invece, sè affidata a Barbara Cassone. Lei per il momento aspira a diventare una top. Ha 21 anni e si definisce «riservata, pignola e un po permalosa». Sostiene, Barbara, che per la carriera ha già fatto delle rinunce. Ha lasciato la casa del suoi genitori sul Lago Maggiore per andare a vivere da sola a Milano. Prima della moda, nella sua vita cera la scuola: liceo Linguistico. Poi è arrivata la chiamata di Prada. Allinizio Barbara ha fatto la ragazza collezione. Lavorava per il marchio che costruiva i modelli su di lei per poi farli indossare ad altre. Lanno scorso, invece, la musica è cambiata. È arrivata la chiamata per una sfilata: «Non pensavo mi chiamassero».
Forse non se laspettava neanche Bianca Balti. Lei lavorava in un supermercato: faceva la promoter. Per dirla con parole sue: rompeva le scatole alla gente chiedendo se volesse provare questo o quel prodotto. Poi è arrivata unamica, unagente, e adesso la chiamano la nuova Linda Evangelista. Allora oggi sono gli altri che rompono le scatole a lei: gli stilisti la desiderano per le loro collezioni, la cercano, la chiamano.
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