(...) ho ancora nelle orecchie le risposte di sufficienza, di arroganza o di menefreghismo, che ricevemmo quando il Giornale pose il problema della candidatura alle suppletive del collegio 10 della Camera. Noi ci siamo presi gli improperi, loro hanno continuato le vacanze, si è visto comè andata a finire.
Ma, proprio perchè continuo a sognare unaltra Liguria e perchè non mi piace arrendermi, oggi parlo dellaltra grossa scadenza della prossima primavera: lelezione del presidente della Provincia di Genova. E qui faccio un nome e un cognome: Sandro Biasotti. Uno a cui, personalmente, non ho mai risparmiato niente e a cui ho rinfacciato sul Giornale tutti gli errori, ma uno che resta un valore aggiunto per la coalizione.
Non solo e non tanto per la lista arancione - che, come tutti gli exploit legati a una contingenza, non può avere più lappeal delle scorse regionali - ma proprio per quel che Biasotti ha rappresentato per tutti: la dimostrazione pratica e concreta che unaltra Liguria è possibile. La dimostrazione che, pur con tutti i suoi errori, il governo regionale della Casa delle libertà è stato infinitamente migliore di quello attuale dellUnione.
Per molti elettori, Biasotti è proprio questo. Il segno di discontinuità, la rottura della palude di conformismo che ha pesato per tanti anni su questa città e su questa regione, il Robin Hood di tanti torti. Poi, certo, un po del suo patrimonio di Robin Hood se lè giocato. Ma resta un valore aggiunto.
E per la Provincia, di fronte a un antagonista come Alessandro Repetto - che pure, con tutti i suoi limiti, non ha certo governato male a Palazzo Spinola - serve un candidato fortissimo. Anche in questo caso, come per il Comune, la battaglia è difficile, sembrerebbe disperata. Ma con Biasotti si può vincere.
Ora, serve generosità. Della Casa, che deve riaccogliere Sandro con tutti gli onori e sostegni, dimenticando anche le sue sfuriate fuori posto e fuori tempo, e di Biasotti che, candidandosi, si gioca tutto.
Ma la politica è fatta anche di generosità. E per espugnare la Provincia serve un fuoriclasse. Biasotti lo è.
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