Cronaca locale

Una biblioteca tascabile sulle memorie della città

D i Milano è stato detto che custodisce gelosamente i suoi tesori, fin quasi a dare l'impressione di nasconderli. Città attiva, concreta, preferisce sorprendere più che indicare, e chi gira per le sue strade è sempre costretto a buttare l'occhio oltre gli incroci, dentro ai cortili, dietro gli spigoli dei caseggiati, per sbalordire davanti a scoperte inaspettate: resta poi lo sforzo di rimettere insieme il mosaico, collegando epoche, gusti, stili, tutti commisti nel tessuto cittadino. Nella capitale del lavoro anche un semplice giro da turisti richiede impegno, attenzione, volontà di distinguere e capire. Ma durante le Feste è diverso, perché proprio in questo periodo la Libreria Milanese di via Meravigli arricchisce la sua offerta con libri che permettono, pagina dopo pagina, di trovare spunti diversi per rileggere e dare nuova luce agli scenari di ogni giorno. Prima del 1974 in quel crocicchio dove nel medioevo sorgeva la porta Vercellina c'era una cartoleria: fu il giorno di S. Ambrogio di quell'anno che nacque il progetto di raccogliere pubblicazioni, materiali e volumi su Milano e il suo territorio. Rapidamente prese forma uno straordinario microcosmo editoriale a disposizione di una platea di appassionati che si scoprì improvvisamente molto numerosa. Cinque anni più tardi la libreria cominciò a pubblicare opere a proprio marchio, catalizzando intorno a sé importanti autori, studiosi, menestrelli, cultori di dialetto, collezionisti di immagini: su tutti il giornalista del «Corrierone»" Luciano Visintin, che pubblicò proprio nel '79 il fortunato «El breviari di preghier cattiv». Fu lui a coniare per la Libreria la felice definizione «el sciroeu di poetta»: un cenacolo culturale all'insegna della più pura milanesità. E anche in quest’inizio d’anno il catalogo (che conta già oltre 500 titoli, dall'opuscolo di folclore alla chicca per studiosi, come la prestigiosa anastatica del vocabolario milanese-italiano del Cherubini, risalente al 1839) si allarga con opere per regalare un po’ di Milano: appuntamenti ormai tradizionali sono quelli con i calendari (El Milanes, disponibile anche nella versione mini El Piscinin), veri e propri almanacchi meneghini stampati sull'inimitabile cartoncino Fedrigoni, e con la guida Osterie e trattorie milanesi.
Ma sono archeologia e toponomastica le vere protagoniste di quest'anno: il tascabile «Milano Archeologica», uscito nella collana «Itinerari», è curato dal Gruppo Archeologico Ambrosiano e presenta, con una funzionale impostazione baedekeriana, undici itinerari per scoprire i diversi volti di Milano nella storia più lontana, dalle origini al tardo medioevo: via dopo via, ecco uscire allo scoperto resti, vestigia e monumenti noti e meno noti. Non mancano percorsi tagliati su misura per i più giovani.
A far loro da guida la simpatica mascotte Ambrogino. Una miniera di curiosità in formato tascabile è la «Guida alla toponomastica milanese di fine Ottocento», di Ottone Brentari: un piccolo gioiello capace, soltanto rievocando i nomi delle strade, delle piazze e dei cantoni, di ricreare l'ineffabile atmosfera di una Milano capitale culturale europea, in cui si muovevano il vecchio Manzoni e gli Scapigliati, ma anche Giuseppe Verdi e Giovanni Verga. L’offerta «ammiraglia» è quest'anno «Milano tra Ottocento e Novecento nei racconti della povera gente», un volume in cui Severino Pagani ricostruisce, racconto dopo racconto, fra cene di barboni, artisti falliti, cestaie e madonnari, la favola di una Milano vista e vissuta dagli sconfitti.

Vie e quartieri di oltre un secolo fa, ma ancora nel cuore di molti.

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