Le bici in affitto «prigioniere» del solito parcheggio selvaggio

«Temiamo solo la primavera, con il caldo le nostre bici andranno esaurite» spiega Atm al secondo giorno di Bikesharing. Noi de il Giornale siamo andati a toccare con mano. La pedalata quotidiana è partita da piazza Cadorna, ieri avevamo scritto che di biciclette bianche e gialle non ce n’era una. Oggi ne troviamo una decina. Da li zigzagando in mezzo al traffico andiamo alla rastrelliera di via Ruffini. «Ci hanno tolto dieci posti residenti con sta storia delle bici» protesta una mamma che aspetta l’uscita delle elementari «adesso la mia automobile dove la metto». Un’altra mamma non si fa tanti problemi e parcheggia la sua station-wagon nei posti dedicati alle bici «vado via subito» tranquillizza mentre poi si ferma a chiacchierare con delle amiche. La realtà è che dei ventuno posti realizzati dal Comune sono utilizzabili solo tre. Gli altri sono occupati da otto vetture private: sembra proprio sia iniziata una guerra di «posizione». Se non verranno messi dei dissuasori difficilmente l’abitudine di posteggiare in quegli spazi verrà meno. Facciamo una «sgambata» sino a piazza Aquileia ma la rastrelliera non è ancora stata posizionata. Errore nostro, ci siamo fidati della mappa mentre le stazioni operative sono indicate sul sito www.bikemi.it dove infatti Aquileia non figura. Guardando on-line si può addirittura sapere in tempo reale quante bici sono presenti in ogni rastrelliera. Facciamo una volata di tre chilometri e mezzo fino al posteggio di piazza Lega Lombarda e troviamo il display della colonnina dedicato al Bike sharing con dell’acqua al suo interno. Sarà un difetto di gioventù? Riusciamo lo stesso a lasciare la bici. Ci spostiamo di poche decine di metri e diamo un occhiata alla rastrelliera di via Legnano, quella dove mercoledì alcune erano state vandalizzate. Oggi sono tutte linde tranne un paio con qualche scritta di pennarello. Balziamo in sella a una ma ci accorgiamo che ha la ruota sgonfia. Chiamiamo il numero verde 800.808.181 dal cellulare e in meno di un minuto parliamo con un gentile operatore che ci rassicura. «La rimetta nella rastrelliera e ne prenda un’altra, noi mandiamo subito una squadra, ne girano cinque in città». Obbediamo e con la nuova andiamo verso piazza Castello. Alla stazione n° 11, quella vicino all’Acquario Civico, non vediamo neppure una due ruote. Proviamo a parcheggiare la nostra. «Non lo faccia - ci intima un funzionario del Comune - stasera verranno gli abusivi degli Oh Bej Oh Bej e se la trovano qui la maciullano per dispetto. Abbiamo chiuso la stazione sino a mercoledì 10».
È quasi buio e cerchiamo di andare a posteggiare in via della Posta ma i 24 stalli della rastrelliera sono tutti vuoti e la colonnina non funziona, impossibile lasciare la bici. Allunghiamo sino in Duomo dove invece è tutto ok. Il bilancio è positivo.

Certo vanno registrate le selle di alcune due ruote, vanno cambiate le guarnizioni di qualche centralina, vanno tenuti d’occhio i vandali e i milanesi devono esercitare un po’ il loro senso civico.
mario.cucchi@ilgiornale.it

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