Cronaca locale

In bici da Milano a Miami per dire stop alla plastica

Attraverseranno gli Usa pedalando per oltre 6mila chilometri in autonomia: dalla California alla Florida

In bici da Milano a Miami per dire stop alla plastica

Da San Francisco a Miami sono seimila chilometri, metro più metro meno. Un bel coast to coast facendo i conti con El Camino Del Diablo, una delle zone più aride dell'Arizona, con l'altopiano texano, con le Bayou della Louisiana nella zona paludosa del Mississippi e con le Everglades, «i fiumi d'erba» della Florida. Oltre 25mila metri di dislivello che porteranno due cicloviaggiatori italiani in poco più di due mesi a pedalare dalla California alla Florida. Pietro Franzese ed Emiliano Fava partiranno oggi per la loro avventura che servirà, tra le altre cose, a sostenere una campagna di sensibilizzazione contro l'abuso della plastica e a sostenere la Onlus Plastic free con una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe che saranno interamente devoluti a questa associazione italiana che dal 2019 si occupa, tramite la propria rete di volontari, della creazione di appuntamenti di clean up, della sensibilizzazione nelle scuole e delle trasformazione dei Comuni in Plastic Free.

Franzese e Fava hanno incrociato le loro strade, ovviamente in bici, la scorsa estate sulla rotta di Capo Nord partendo da due destinazioni diverse ma ritrovandosi poi nella parte finale del viaggio: una amicizia che è poi continuata. Brianzolo il primo, ma milanese di adozione, ha iniziato a viaggiare in bicicletta a scatto fisso sette anni fa, trasformando la sua passione in lavoro grazie al suo profilo Instagram e al suo canale YouTube, dove racconta i suoi cicloviaggi in Europa e nel mondo macinando milioni di visualizzazioni.

Il suo compagno di avventura è invece salentino di Santa Maria di Leuca, lui pure appassionato di ciclismo, è fotografo e videomaker e ha deciso di realizzare con la propria arte contenuti dedicati al cicloturismo e alla sensibilizzazione delle tematiche ambientali. Insieme pedaleranno per oltre un centinaio di chilometri al giorno in completa autonomia, cioè con bici (gravel) cariche di tutto ciò che serve per viaggiare, mangiare e dormire e riparare sperando ovviamente che non ce ne sia bisogno. «Questo metodo di viaggio non solo ci permetterà di viaggiare in economia, ma anche di assaporare momenti di vera libertà - spiegano i due -, ad esempio non saremo vincolati a trovare un alloggio per la notte e potremo ad esempio decidere come gestire al meglio le nostre forze durante le ore di luce che avremo a disposizione per pedalare.

Viaggiare in bicicletta è uno dei modi più sostenibili che esistano per scoprire il mondo e le sue bellezze. Ma l'ambiente è altamente compromesso dall'inquinamento da plastica. È per questo che abbiamo scelto durante il nostro viaggio di sostenere Plastic Free attraverso una raccolta fondi che supporterà i loro progetti in Italia e nel mondo e utilizzando i nostri profili Instagram e canali YouTube per contribuire all'importante lavoro di divulgazione che l'associazione svolge quotidianamente».

Non è una crociata «anche perché - come spiegano i due - la plastica non va demonizzata, è un materiale fantastico ma va usato e smaltito nel modo giusto». Durante il loro coast to coast americano i due cicloviaggiatori documenteranno con immagini video e foto la loro avventura e l'uso della plastica negli USA che, dati alla mano, è il Paese che al mondo ha il più alto uso pro capite di plastica, specialmente monouso. Secondo il report presentato al Congresso americano, negli Usa si producono infatti 42 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica all'anno, a cui ogni singolo americano porta circa 130 chili. Ma anche l'Italia contribuisce negativamente all'inquinamento da plastica: è infatti il secondo Paese consumatore di plastica in Europa e gli italiani sono i più grandi consumatori al mondo di acqua minerale in bottiglia. Nel 2020 sono state consumate 5,9 milioni di tonnellate di plastica monouso corrispondenti a quasi 100 kg a persona. Non solo.

Dopo l'Egitto siamo il primo Paese dopo per la dispersione di plastica nel Mediterraneo.

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