La ricerca assume come campione di riferimento le nove più grandi città italiane (Bologna, Roma, Napoli, Palermo, Torino, Genova, Firenze, Venezia e Milano), rilevando gli indici 2007 relativi alle addizionali comunali e regionali (fonte il sito internet www.finanze.it) e alla Tariffa rifiuti (fonte www.anci.it). Per omogeneizzare l’indagine è stata formulata un’ipotesi standard di una famiglia di quattro persone, con un reddito annuo di 27mila euro, residente in un’abitazione di 80 metri quadrati. A far emergere la «stangata locale» che grava sulle famiglie è il prospetto che unisce i dati dell’Irpef comunale e regionale (sommate) con la tassa sui rifiuti: Roma, con 753 euro annui, risulta la città con la tassazione locale più alta, seguita da Bologna (746 euro) e Napoli (739 euro). Milano è in penultima posizione con 561 euro, mentre Firenze è ultima con 462 euro. La prima tabella dello studio mostra invece l’incidenza dell’Irpef sul reddito: Bologna è in testa con l’1,95%, seguita da Napoli e Roma a pari merito con l’1,90%. Ultima Milano, con l’1,15%. Proprio la capitale si segnala per le sue costanti performance negative. Un «caso Roma» che l’assessore al Bilancio, Marco Causi, allontana con una difesa d’ufficio: «La pressione pro capite è di 616 euro».
Ma le dolenti note non finiscono qui: l’Andoc infatti ha incrociato i dati appena citati con la classifica 2006 sulla qualità della vita pubblicata da Italia Oggi. E la sproporzione è evidente: con l’eccezione di Bologna - sesta nella graduatoria di Italia Oggi e seconda in quella dell’incidenza delle imposte locali -, nelle altre tre città tra le prime quattro per livello di tassazione, la qualità della vita è decisamente bassa. Roma, prima per incidenza della fiscalità locale, è al 51° posto in quella dei servizi offerti. Napoli è terza come pressione fiscale e all’ottantacinquesimo posto di Italia Oggi, Palermo è rispettivamente quarta e ottantatreesima. Meglio Milano, ottava per le tasse e ventunesima per i servizi. Infine le imprese: lo studio analizza l’Irap e la Tassa sui rifiuti, ancora nelle nove città campione, su cinque attività ipotizzate con reddito zero. Con un ristorante di cinque dipendenti in 300 metri quadrati a Roma si paga il 300 per cento in più di tariffa rifiuti al metro quadrato rispetto a Milano (28,02 euro contro 10,25 euro).
Nel settore alberghiero (nell’ipotesi di un hotel di 8 dipendenti e 800 metri quadrati) Lazio e Campania pagano l’Irap più alta d’Italia, mentre un albergatore milanese paga «solo» 2,28 euro al metro quadrato di Ta.Ri contro i 14,12 di un collega palermitano e i 7,37 di un romano. Nel settore delle costruzioni infine, nuovo testa a testa tra Roma e Napoli, con Torino e Milano ancora ultime sia per Irap sia per i rifiuti. Dati allarmanti, «che confermano come il boom della fiscalità locale - sottolinea il senatore di An, Andrea Augello - abbia ormai toccato livelli di emergenza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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