Il bilancio è in attivo malgrado la crisi

Qualità artistica, diversificazione e ampliamento della produzione per far incontrare i grandi concerti di musica sinfonica con le iniziative rivolte alle famiglie e ai giovani, impegno manageriale e una particolare attenzione rivolta alla politica dei prezzi. Questa la ricetta con cui la fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia affronta la crisi economica e si prepara a raccogliere la sfida di un futuro che il presidente e sovrintendente Bruno Cagli non esita a definire oscuro. «La crisi deve essere un incentivo a non perdersi d’animo, ma a fare di più e meglio», spiega commentando i dati relativi al 2008, a pochi giorni dall’insediamento del nuovo cda della fondazione.
Dati provvisori che parlano di una realtà reattiva e aperta al nuovo che punta, secondo quanto annunciato dal direttore generale Roberto Grossi, «a chiudere il bilancio del 2008 non solo in pareggio, ma con un leggero attivo». Più che raddoppiati gli eventi negli ultimi cinque anni, nel 2004 erano stati 407 e nel 2008 ben 948; aumentate anche le presenze in sede (da 410.771 a 450.165), mentre si mantiene alto il numero dei concerti a pagamento (243 nella stagione appena chiusa) con il record storico dei concerti all’estero registrato nel 2007 quando, per la prima volta in cento anni di storia, l’orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia è stata protagonista di ben 62 esibizioni fuori dall’Italia. Record che Cagli prevede di replicare, se non di battere, nel 2010.
Inutile negare che la crisi economica qualche ripercussione l’ha avuta sia sul botteghino che sul cartellone di Santa Cecilia. A partire dagli abbonamenti che sono diminuiti del 3,29%, anche se alla fondazione si parla di una leggera flessione fisiologica compensata dall’aumento delle formule di abbonamento speciale, che prevedono un minor numero di concerti e, quindi, un prezzo più basso. E poi c’è il ridimensionamento previsto per il 2009 che riguarderà eventi come «Musica e Poesia» e il progetto di musica contemporanea «Convergenze». Ridimensionamento necessario visto che, secondo i dati forniti da Grossi, nel 2009 il Fus riserverà agli enti lirici una cifra che si aggira attorno ai 200milioni di euro, di cui il 4,96% andrà a Santa Cecilia per un totale di circa 10.300.000 euro. Nel 2008 erano stati 11.646 milioni.
Ma Santa Cecilia è sempre meno dipendente dal Fus e nel 2008 ha dimostrato di avere una capacità di autofinanziamento pari al 49%, grazie sia agli incassi al botteghino sia al contributo dei privati.

E a proposito di privati, altra nota dolente: sono in scadenza nel 2010 gli impegni triennali che ne legano alcuni alla fondazione. Non resta che sperare che, nonostante la crisi, tutti vogliano confermare il proprio impegno a favore della cultura e di una storia artistica che ha esportato nel mondo il volto più bello dell’Italia.

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