Bimbi in provetta senza papà Inghilterra pronta alla legge

Un gruppo trasversale di parlamentari chiederà oggi la modifica delle norme sulla procreazione artificiale per renderla gratuita anche per donne single e coppie lesbiche

Erica Orsini

da Londra

Per i bambini in provetta, il papà non è più un requisito fondamentale. Ormai, in Gran Bretagna è solamente una questione di tempi tecnici e poi la cosa sarà ufficiale. Ieri il quotidiano The Independent ha rivelato con un giorno d’anticipo la decisione del Parlamento britannico di riformare la legge sulla fecondazione assistita introdotta ancora nel 1990 dal governo conservatore.
Allora era stato stabilito che le cliniche in grado di offrire il trattamento antisterilità dovessero scegliere le donne beneficiarie anche in base al fatto che avessero o no un compagno. Ma adesso, dopo l’introduzione delle leggi che consentono alle coppie omosessuali di adottare e perfino di unirsi civilmente in un matrimonio che è tale almeno per quanto riguarda alcuni diritti fondamentali come quelli ereditari, una larga fetta di parlamentari inglesi ritiene sia giunto il momento di ritoccare anche la legge sulla fecondazione assistita. E oggi un gruppo trasversale ne reclamerà pubblicamente il cambiamento, almeno in quella parte che, secondo loro, appare discriminatoria nei confronti di donne single o lesbiche.
Fonti dell’Independent hanno scoperto che quel «padre necessario» (definito «ingiustificabilmente offensivo per molti» dalla commissione per la Scienza e la tecnologia) dovrebbe venir sostituito dal termine più ampio «famiglia necessaria», in grado quindi di comprendere meglio la variegata realtà delle relazioni familiari attuali. Differenti senza dubbio, da quelle di 20 o 15 anni fa, non per questo peggiori come hanno sottolineato diversi studi recenti sull’argomento. Come quello effettuato dal Centro di ricerca sulla psicologia del bambino della City University di Londra che afferma come le madri single siano in grado di crescere un figlio allo stesso modo di quelle che hanno al loro fianco un marito o un compagno. C’è da dire che la riforma richiesta quest’oggi andrà a formalizzare una situazione in parte pre-esistente. In Gran Bretagna il trattamento antisterilità viene offerto gratuitamente, anche alle donne senza un compagno fisso, ma le cliniche fissano una serie di priorità che determinano la scelta di una beneficiaria piuttosto che di un’altra. L’esistenza di un potenziale papà è stata finora una di queste discriminanti. «È ovvio che prima di arrivare alla decisione finale gli ospedali devono vagliare molti aspetti diversi - ha detto ieri al giornale Angela Eagle, ex ministro laburista - ma non credo che tutto si possa limitare al fatto che ci sia o no un uomo nei paraggi. Moltissimi bambini sono stati allevati solamente dalle loro madri».
Molte cliniche avevano peraltro cominciato a cambiare le loro politiche interne già da tempo, offrendo il trattamento gratuito anche a madri single tra i 30 e i 40 anni così come a coppie lesbiche. Una risposta resa necessaria da un lato, da una richiesta sempre più elevata da parte di queste categorie e dall’altro, dalla possibilità sempre più concreta che dei rifiuti potessero condurre a delle cause legali per violazione della legge sui diritti umani.

La riforma richiesta oggi verrà presentata da un gruppo di parlamentari laburisti, conservatori e liberaldemocratici e i tories hanno già annunciato di non volersi opporre, appoggiando probabilmente indirettamente la decisione finale con un’astensione.

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