Carmine Spadafora
da Orta di Atella (Caserta)
Ha 7 anni ed ha accusato due compagni, di 7 e 9 anni, di averlo violentato nel bagno della scuola. La presunta vittima ha raccontato tutto ai genitori, spiegando a loro la sofferenza fisica e psicologica che stava provando da alcuni giorni. Il piccolo è stato portato subito in ospedale dai preoccupatissimi genitori. Poi, dopo il referto medico, madre, padre e figlioletto, sono corsi in caserma, dai carabinieri, per denunciare lo stupro. Presunto stupro: dubitare in casi come questi, soprattutto quando i protagonisti sono tre bambini, è più che mai obbligatorio.
Da due giorni, da quando l’indiscrezione che un bambino sarebbe stato violentato da due coetanei, ad Orta di Atella, nel casertano, non si parla d'altro. Da queste parti convivono le persone perbene e la camorra, molti lavorano onestamente, molti altri impugnano la pistola. Ma, il bambino che avrebbe subito la violenza, ed i suoi due (presunti) violentatori, appartengono a famiglie che non hanno nulla a che vedere con la criminalità. I carabinieri di Sant’Arpino, che hanno raccolto la denuncia della presunta violenza, definiscono i tre alunni della scuola dello scandalo, Domenico Villano, bambini normali. E, normali sono pure le loro famiglie, «gente operaia, che non ha alle spalle storie criminali o di disagio sociale».
Ci sono molte cose che non quadrano in questa storia. La prima che viene in mente è questa: come potrebbero, due bambini di 7 e 9 anni, violentare un loro coetaneo, se non hanno ancora raggiunto l'età dell'adolescenza? Eppure, qualche lieve violenza, sarebbe emersa a seguito della visita medica compiuta in ospedale ma resta da chiarire, in che modo le ferite sarebbero state procurate al bambino dai suoi coetanei. Inutile scendere in particolari, che gli stessi investigatori non esitano a definire scabrosi.
Per i due presunti violentatori, essendo minori non imputabili, il codice penale non esiste. Le «indagini» per verificare che cosa sia realmente accaduto nella Villano, sono state quindi affidate, dai giudici del Tribunale per i minori di Napoli, ad un pool di psicologi e assistenti sociali, che da tre giorni stanno «interrogando» i tre alunni.
Ma, prosegue anche l'attività investigativa dei carabinieri, per accertare se, nel bagno, al momento della presunta violenza, vi fosse anche un adulto. Per adesso, questa ipotesi è stata scartata ma gli accertamenti dei carabinieri continuano per non lasciare nulla d'intentato. «Qualcosa potrebbe essere successo in quel bagno - si lascia sfuggire un investigatore -. Forse, un giornaletto pornografico potrebbe avere scatenato le fantasie dei bambini». «Delle piccole violenze ci sono state», dicono all'ospedale di Frattamaggiore, nel napoletano, dove il bambino è stato portato una settimana fa dai genitori.
Ad Orta di Atella, le mamme che accompagnano i loro bambini a scuola scuotono la testa. Non ci credono. «Non è possibile. Sarebbe assurdo, una cosa del genere potrebbe accadere anche ai nostri bambini. Neppure quando stanno a scuola possiamo stare tranquille», dice una giovane donna a voce alta. Altre dicono di non sapere nulla.
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