Bimbo in coma, dinamica ancora da chiarire

Il ragazzino di 5 anni è ancora in coma: in ventilazione assistite, sono state stabilizzate le condizioni neurologiche e circolatorie. I genitori difendono il corpo insegnanti: "Sono classi di 25 bimbi scatenati. Le maestre lasciano aperte le finestre tra una lezione e l’altra per aerare"

Bimbo in coma, dinamica ancora da chiarire

Milano - Invitano alla prudenza gli investigatori della Squadra mobile di Milano che si occupano delle indagini sull’incidente che ieri ha portato al ferimento di un bambino cinese di 6 anni precipitato da una finestra della sua scuolaLe famiglie e il corpo docenti sono ancora sotto choc mentre le lezioni riprendono normalmente. Dall'ospedale Niguarda, intanto, i medici parlano di condizioni stabili, ma il ragazzino è ancora sotto "prognosi riservata".

La dinamica dell'incidente "Al momento non solo non esiste alcuna certezza sulla responsabilità dell’insegnante - spiegano in Questura - ma non ci sono nemmeno gli estremi per ipotizzare questa cosa". Secondo gli investigatori, molti dei particolari finora emersi, come il particolare della sedia accostata alla finestra o il fatto che il ragazzino fosse solo, sono tutti da verificare. Di certo l’insegnante, una donna di circa 30 anni che non avrebbe mai avuto problemi simili nella sua carriera, si trova "in un totale sgomento". Dopo i rilievi operati dalla Scientifica ieri, nell’aula da dove è caduto il bambino, e il lungo confronto dell’insegnante con i poliziotti in Questura, che l’hanno sentita più volte, fino a tarda sera, ora il difficile sarà mettere insieme tutti gli elementi. Bisognerà incrociare le risultanze acquisite tramite il sopralluogo scientifico con tutte le dichiarazioni. Pare però che nell’aula, dopo l’incidente, siano entrate altre persone e che quindi la scena potrebbe essere stata significativamente alterata. Inoltre, i bambini, molti dei quali sono fortemente in ansia dopo quanto accaduto, dovranno essere sentiti secondo modalità protette, alla presenza di psicologi, ed è quindi improbabile che delle risultanze certe possano essere formulate in breve tempo. Il testimone chiave di tutta la vicenda, sarebbe però una seconda maestra, quella che, una volta tornata in classe, si è resa conto che il bambino cinese non era al suo banco. Sarebbe stata lei, infatti, a quel punto, a salire al piano superiore per cercarlo e a dare l’allarme. Toccherebbe alla collega, quindi, precisare se la porta fosse chiusa o aperta, la sedia vicina o lontana dalla finestra e quest’ultima spalancata o meno.

Le condizioni del bimbo Le condizioni neurologiche del bambino cinese sono stabili, secondo i medici che lo hanno in cura all’ospedale Niguarda e che hanno diffuso il primo bollettino medico della giornata. Anche le condizioni circolatorie sono state stabilizzate e il bambino è tuttora in ventilazione assistita. La prognosi, secondo il direttore medico di presidio, Roberto Cosentina, rimane riservata. 

Regna lo sgomento Sono i bambini del prescuola i primi ad arrivare alla scuola Alfredo Cappellini di via De Rossi a Milano dove ieri Luca, un bambino cinese di sei anni, è caduto dal secondo piano e ora è in coma all’ospedale Niguarda. I genitori li accompagnano frettolosi all’ingresso dove un agente della polizia non lascia entrare altri che non siano i piccoli.  "Sono di fretta". Oppure: "Sono troppo sconvolta". Sono le frasi con cui vengono liquidati i giornalisti, prima di correre via. Ma c’è chi si ferma per spiegare che "questa è un’ottima scuola dove non è mai successo nulla". I bambini ieri "sono tornati spaventati e abbiamo dovuto spiegare loro quanto accaduto", spiega Elisabetta Lo Iacono, madre di una bimba di 10 anni. Nessuno accusa la maestra perché "il corpo insegnante è splendido", dice un padre, mentre Pier, dopo aver lasciato il figlio, preferisce non sbilanciarsi: "La responsabilità è un pò di tutti". I problemi comunque, a detta di qualche genitore, ci sono. "Sono classi di 25 bambini scatenati - spiega Antonio, con un figlio di 7 anni - e poi, per quanto ne so, le maestre hanno un po' il vizio di lasciare aperte le finestre tra una lezione e l’altra per aerare". All’ingresso principale, che si affaccia su via Varesina, alle 8.20 aprono i cancelli e i genitori in capannelli commentano la tragedia di ieri. Tra chi si informa sulle condizioni del piccolo cinese e chi ricorda le domande fatte dal figlio ieri sera su quanto visto in tv, lo spavento e la preoccupazione, c’è Daniela, madre di un bimbo al secondo anno, che afferma: "Se c’è stata negligenza è nell’accessibilità alle finestre. La distrazione della maestra con così tanti bambini ci sta". Le maestre, invece, entrano alla spicciolata.

Non parlano o si trincerano dietro "ieri non ero in servizio" o "sono state dette cose tremende e preferisco non dire nulla". Quando anche gli ultimi genitori si apprestano ad andare al lavoro si affaccia una preoccupazione: "Speriamo che tutto vada bene e che non mandino, almeno per oggi, i nostri bambini in quel laboratorio".

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