Politica

Biondi: «Così influenza il lavoro dei giudici»

Il quotidiano dell’Udeur insiste: «Le colpe dei singoli non devono ricadere sugli interessi dei tanti, di chi partecipa e alimenta il fenomeno calcio»

Gian Maria De Francesco

da Roma

Il Parlamento continua ad essere spezzato in due partiti trasversali sulla possibilità di un provvedimento di clemenza nei confronti delle società calcistiche coinvolte nel processo sportivo dello Stadio Olimpico.
Il fronte favorevole all’amnistia (o quanto meno a un alleggerimento delle sanzioni) continua a essere capeggiato dal ministro della Giustizia, Clemente Mastella. In un editoriale pubblicato oggi sul Campanile, il quotidiano dell’Udeur (partito guidato dallo stesso ministro) si auspica che la sentenza della Caf punisca «chi ha sbagliato ma che, al tempo stesso, le sanzioni siano tali da garantire che ad essere penalizzati non siano anche coloro che hanno partecipato e alimentato il fenomeno del calcio italiano». Secondo il quotidiano, non è giusto «che le colpe dei singoli ricadano sugli interessi dei tanti». Insomma, pur ribadendo l’indipendenza dei magistrati sportivi, l’Udeur spera che siano evitate retrocessioni-choc per club blasonati come la Juventus ricordando che anche il segretario dei Ds, Piero Fassino, si è dichiarato contrario a una stangata nei confronti dei bianconeri.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Mauro Del Bue della Nuova Dc. «Sono contrario all’ipotesi di amnistia perché non ripara i torti subiti da molte società - ha affermato - ma sono anche contrario a processi esemplari e alle pene richieste che mi sembrano eccessive». Secondo Alfredo Biondi (Forza Italia) sono state «inopportune» le dichiarazioni del commissario Rossi contro i provvedimenti di clemenza. «Sarebbe il caso che non si influenzasse il lavoro che si sta facendo», ha detto Biondi.
Lo schieramento giustizialista è guidato dal ministro dello Sport, Giovanna Melandri. «Il governo - ha detto - attende con serenità l’esito del processo sportivo, ma sottolinea la sua posizione che è quella di tenere ben distinti il cammino della Nazionale da quello della “squadra” di Guido Rossi. Qualunque sia l’esito bisognerà riscrivere le regole sui controlli». Ancora più deciso il sottosegretario all’Economia, Paolo Cento (Verdi). «Un atto di clemenza - ha rilevato - annullerebbe il tentativo di autoriforma che il calcio sta cercando di fare, non sarebbe educativo. Credo molto nella capacità del calcio di sapersi innovare anche attraverso la spinta del successo ai Mondiali». Secondo Cento, è necessaria una mediazione politica perché «bisogna intervenire sul quadro legislativo che ha favorito alcune degenerazioni del mondo del calcio».
Deciso anche il presidente della commissione Cultura della Camera, Pietro Folena (Prc). «La giustizia sportiva - ha detto - ci aiuterà a difendere l’onore del calcio italiano, mentre con un colpo di spugna perderemmo la faccia». Il presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, Pino Pisicchio (Italia dei Valori) ha ribadito il «no» del ministro Di Pietro. «La straordinaria vittoria del mondiale - ha detto - è il simbolo della resurrezione del calcio pulito. Sarebbe bizzarro legare quest’immagine a un’ipotesi di amnistia o di indulto». Dello stesso parere anche l’ex presidente del Coni e senatore di Forza Italia, Mario Pescante. «Sono contrario a qualsiasi ipotesi di amnistia anche se ho notato che per pudore ora nessuno più ne parla e si preferisce riferirsi a un indulto o addirittura a un indultino.

In questo momento è bene che il mondo politico taccia se non per ribadire che al problema deve pensare la giustizia sportiva».

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