Gianni Biondillo, milanese, architetto e scrittore, padre di due bambine di 4 e 8 anni, autore di «Manuale di sopravvivenza del padre contemporaneo» (Guanda) che presenterà a Milano oggi (Feltrinelli Piazza Piemonte ore 18.30).
Milano per i padri è...
«Complicata, specie per chi non ha babysitter o suoceri: la famiglia di mia moglie abita a 800 km, ho solo mia mamma e non guido. Ma stare senza auto a Milano si può, anzi si deve».
E come si fa?
«Si diventa spartani: si esce prima, non ci si porta dietro tutta la casa e per le vere emergenze si usa il taxi. Però si è più felici e gratificati: tua figlia che ti abbraccia o ti regala il disegno che ha fatto a scuola è meglio di una pista di cocaina».
Mai pensato di andar via da Milano?
«Sì. Ho pensato chi me lo fa fare di spingere laltalena nel parchetto di piazza Bacone mentre accanto mi passa un tir? Ma sono troppo legato a questa città».
Consigli ai neopadri milanesi?
«Cambiate i pannolini ai figli. Sennò poi non avete il diritto a scegliere il loro liceo o luniversità. Siate autorevoli, ma mai autoritari».
Che coshanno di nuovo i Padri autonomi di terza generazione di cui lei parla nel libro?
«Sono finalmente consapevoli e contenti di esibire la paternità, prendersi tutto il peso del ruolo e poi godersene tutto il bello».
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