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Bipielle cede il 20 per cento di Efibanca

Recuperati 900 milioni con la dismissione di altre quote di minoranza. Successo per il bond

da Milano

Il boccone più grosso è la vendita di circa il venti per cento della banca d’affari Efibanca (di cui Bipielle manterrà comunque poco meno del 70%). Ma anche quote di minoranza delle casse di risparmio controllate come quelle di Lucca, Pisa, Livorno e Cremona. Gianpiero Fiorani ha così realizzato circa 900 milioni di euro, utili per la sua controscalata sulla Antonveneta. Ha così ceduto a partner internazionali piccole quote di società prodotto, come Efibanca, e banche reti, come le casse di risparmio. Ai 900 milioni si devono poi aggiungere altri 500 recuperati con l’emissione di strumenti ibridi (a metà strada tra azioni e obbligazioni come le preferred shares). Questi ultimi hanno avuto un deciso successo: in particolare, ironia della sorte, sui mercati anglosassone e olandese più orientati a parole a favorire l’Opa di Abn. Le preffered shares renderanno circa il 3,5% in più del tasso euribor (il prezzo definitivo sarà infatti stabilito questa mattina). Un rendimento generoso che ha garantito richieste quattro volte superiori all’offerta. I ratio patrimoniali della Bipielle al 30 giugno saliranno così al 5,8%. Vicino all’area del 6% richiesta da Banca d’Italia e sopra al 4% imposto dalla legge.
Ieri uno dei legali di Lodi intervenendo all’udienza del Tar che decide sul ricorso di Abn, ha precisato che la banca a fronte di un investimento di 2,23 miliardi di euro per il 29% di Antonveneta, ha messo in campo misure di rafforzamento patrimoniale di oltre 2,7 miliardi, con un surplus di circa 580 milioni.


Sul fronte giudiziario, ieri si è tenuta la prima udienza del Tar sulla richiesta del gruppo olandese di annullamento delle autorizzazioni date da Banca d’Italia a Lodi per salire in Antonveneta. Entro una settimana la sentenza.

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