Quando si conoscono nel 1968, a un provino per il film Slogan, l'aspirante attrice Jane Birkin capisce due o tre parole di francese e fraintende il nome della star, un cantante che non ha mai sentito nominare, Serge Gainsbourg. Ma Jane capisce Serge Bourguignon. Nato nel 1928 a Parigi da genitori ebrei ucraini, Gainsbourg è già famoso non solo per le sue canzoni ma anche per le sue donne, Brigitte Bardot soprattutto. La Birkin, nata Londra nel 1946, ha avuto una parte in Blow Up di Michelangelo Antonioni e poco altro. Anche lei è nota per il suo uomo, il compositore John Barry, una storia precoce ma importante, con nozze a 19 anni, comunque ormai finita. In ogni caso quel Bourguignon le sembra un vero stronzo: arrogante e riservato, trasmette un senso di superiorità umiliante. Alla fine però è Serge a volere nel cast Jane Birkin, al posto di Marisa Berenson. Fuori infuria il maggio 1968. L'interesse di Gainsbourg per gli avvenimenti è nullo. Serge è indifferente al Maggio (...)
(...) francese, diventerà famoso anche per uno sberleffo al regime comunista di Tito e per i suoi gesti spettacolari contro le tasse, come bruciare banconote in televisione. Anticonformista, sì. Ma lontano dalla contestazione che a lui, quarantenne figlio di ebrei perseguitati prima dai comunisti e poi dai nazisti, sembrava uno sfogo da «ragazzini senza armi». Aggiungerà con sarcasmo di aver seguito i cortei dall'Hotel Hilton, in televisione, con l'aria condizionata. Suo malgrado però partecipa dello spirito di quegli anni. La coppia Jane e Serge diventa simbolo della libertà sessuale in un Paese ancora bigotto, anche grazie al successo mondiale della spregiudicata canzone Je t'aime... moi non plus nella quale Jane si esibisce nella realistica simulazione di un orgasmo. Tutto questo, e molto altro, si legge In Munkey Diaries. Diario 1957-1982 (Edizioni Clichy) di Jane Birkin.
Amore a prima vista? Sì. La prima serata è un tour della Parigi notturna, da un locale all'altro, che finisce nella camera di Serge all'Hilton. Jane lo descrive così nel suo diario: «Dolce e tenero e così forte al contempo e sensuale e sessualmente meraviglioso e tuttavia sento che è molto più di un uomo sexy, è brillante e unico». La complicità è totale. Jane vuole andare in un bordello, per giocare a fare la puttana. Scelgono il più sordido di Pigalle, a Parigi. Rischiano di essere picchiati dalle prostitute che scambiano Jane per una di loro che ha sconfinato nel quartiere sbagliato. Salgono in camera. Appena iniziano a rilassarsi fa irruzione il proprietario, convinto che Serge sia un maniaco assassino. Seguono le scuse: «La ragazza, capisce, sembra così giovane. Non posso permettermi che in questa settimana avvenga un altro omicidio». La vita non è mai banale. Ci sono film, album, successi di vendite (La Décadanse) e artistici (Histoire de Melody Nelson). Ci sono amici e colleghi come Michael Caine, Alain Delon, Jean-Louis Trintignant, Gérard Depardieu, Catherine Deneuver. Ci sono figlie, scazzottate, viaggi, bevute. Spesso lavorano assieme e c'è da ridere. In Jugoslavia recitano il ruolo di eroici partigiani in Le Traître di Milutin Kosovac. Con i soldi del film Serge si compra un Rolls Royce del 1928. Jane: «Lo divertiva il fatto di potersela pagare con del denaro venuto dai comunisti».
E allora cosa succede? Cos'è quella insoddisfazione che comincia a trasmettersi per contagio da lui a lei? Lui sembra diventare indifferente. Lei si sente un cadavere perché non è desiderata dall'uomo che ama. Jane incomincia a desiderare a sua volta e a chiedersi: come sarebbe essere sedotta? Serge è tutto un «io, io, io». Jane chiede che le venga consacrato del tempo, ha bisogno di sentirsi necessaria. Gainsbourg è sempre ubriaco. Esce da solo, torna la mattina, impartisce ordini. È severo nell'educare alle buone maniere, lui, che in vena di sciocchezze salta sulle scarpe da lucidare lasciate nel corridoio dell'albergo dagli altri ospiti. Il salotto di rue de Verneuil 5 è una specie di museo dove Serge raccoglie oggetti, esposti con cura maniacale, che nessuno ha il permesso di toccare e tanto meno di spostare, anche di un millimetro. Jane è il disordine fatta donna. Soprattutto Serge spaventa Jane: «L'alcol è il mio incubo. Lo trasforma in una persona diversa e che fa paura. E a volte dice che ora che ha la gloria, il denaro, la celebrità, la sola cosa che non conosce è uccidere, non parlava mai così prima». Lui passa dal distacco alla scenata di gelosia per Roger Vadim durante le riprese di Una donna come me, film dove Jane recita con l'ex grande amore di Serge, Brigitte Bardot. Jane è confusa. Le serate alcoliche non aiutano. Jane tira un buffetto a Serge, lui reagisce con uno schiaffo e le fa un occhio nero. Ancora peggio. Jane lancia una torta in faccia a Serge. Lui esce dal locale, offeso. Lei lo rincorre, lo supera e si getta nella Senna. La salvano i pompieri.
Il vero inizio della fine è questa frase rivolta a una Jane che prova a spiegare la sua insoddisfazione: «Hai vitto e alloggio». Serge precipita. Non si lava per mesi, ha i piedi neri. Soffre di cuore ma fuma tre pacchetti di sigarette al giorno. Jane gli regala una bambola gonfiabile. Lei stessa si sente una bambola, con le sue «qualità di bambola, ma completamente riproducibili con un materiale migliore del mio». Jane si sente al centro di una messinscena, Serge non c'è mai, tutto va bene con o senza di lei. Non è indispensabile.
Un giorno il regista Jacques Doillon inizia a corteggiare Jane. È poco più vecchio di lei, nonostante sia trattato come un ragazzino. In confronto a Serge, forse lo è. La Birkin quasi non ci crede: «Sono sbalordita dall'essere soltanto amata, che il dolce ragazzo mi trovi realmente interessante, mi sembra un sogno». Non gli dà speranze ma neppure rinuncia alla parole d'amore: «E pensare che ho trentatré anni e che presto sarò vecchia ed ecco qualcuno così innamorato di me che posso a malapena resistere al desiderio di sapere che effetto fa essere amata a tal punto».
Nel 1980, Jane trova il coraggio di separarsi. Jacques, da qualche tempo, è il suo amante. Gainsbourg è sconvolto e sbanda ancora più paurosamente. È ferito. Incredulo. Forse capisce di aver dato per scontate troppe cose che non lo sono. Tra l'altro, Jane è ancora innamorata di lui.
Rispetta Jacques ma si scopre a pensare in continuazione a Serge, di notte gli scrive lettere d'amore appassionate, che getta nel cestino della spazzatura. Alla fine, Serge, pur di non perderla del tutto, si accontenta del ruolo di amico. Lei continua ad amarlo ma tace perché capisce che gli amanti perfetti, a volte, non sono fatti per restare assieme tutta la vita.
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