
Il tema dominante della Mostra del Cinema di Venezia del 2025 è stata Gaza. La quota solidale che, ogni anno, il circolino "buono" (o buonista) del cinema italiano sente di dover necessariamente sventolare per sentirsi parte di qualcosa è andata tutta sulla guerra arabo-israeliana, ma ovviamente a senso unico. Che a Gaza ci sia un problema enorme è innegabile, così come è lecito premere affinché cessino le ostilità con ferma condanna di entrambe le parti. La guerra non ci sarebbe stata se il 7 ottobre di due anni fa Hamas non avesse trasformato i confini tra Gaza e Israele in una macelleria con oltre 1000 morti, donne e bambini stuprati, bruciati vivi, esibiti come trofei. Il carrozzone della Mostra di Venezia di quest'anno ha scelto di vestirsi dei colori della Palestina, tra artisti che firmano appelli a loro insaputa, altri che rivendicano le richieste di esclusione dei colleghi solo perché israeliani e parate in barchetta con le bandiere della Palestina.
Anna Foglietta ha scelto di essere parte di questa grande fazione e in una delle giornate della Mostra si è presentata in laguna a bordo di una lancia con l'artista Laika per sostenere la Global Sumund Flotilla, l'iniziativa che intende raggiungere Gaza per portare aiuti umanitari. Proprio l'artista ha decorato una di queste barche parte di una spedizione che ha come volto simbolo quello di Greta Thunberg, ma mentre la flotilla naviga, la barca a bordo della quale si trovava l'attrice è stata fermata e la bandiera, insieme all'opera d'arte di Laika, sequestrate. Non è chiaro il motivo del ma, a ben guardare le foto, uno dei motivi potrebbe ragionevolmente essere il fatto che a bordo ci fosse una persona non identificabile, ossia Laika, il cui volto era celato dietro una maschera con tanto di cappuccio e capelli finti.
Una scelta di stile dell'artista, che non ha mai mostrato pubblicamente la sua identità, ma un evento come la Mostra del Cinema di Venezia, dove la sicurezza e l'attenzione devono essere altissimi, non si può permettere una simile esibizione. Ovviamente la sinistra politica ha fatto finta di non arrivarci e hanno dato il via a una sequela di dichiarazioni inutili che accusano implicitamente il ministero degli Interni di aver fatto censura ecc.
Le solite frasi fatte, niente di nuovo, e ora in tanti si chiedono perché dalla Mostra del Cinema di Venezia gli attori non abbiano usato le loro voci per chiedere sì il silenzio delle armi di Israele, ma anche per condannare fermamente Hamas. Perché il vero problema nasce lì. Eppure, sull'organizzazione terroristica, nessuno parla, come se non fosse colpevole di tremende barbarie, anche sugli stessi palestinesi.