Con Bisio illusioni e lotta di classe

Nei film generazionali scritti e/o diretti da Enzo Monteleone, ci sono storia, idee e calcio. Luca Lucini si accontenta invece di Amore, bugie & calcetto e lo fa dignitosamente. Parte dal romanzo di Fabio Bonifacci (sceneggiatore di Tandem ed E adesso mambo), che si svolge a Bologna, e lo trasloca a Trieste, dove la locale Film Commission è generosa, senza che agli attori adeguino la dizione. Dei dintorni c'è solo Giuseppe Battiston, ma è un caso: Uno su due e Giorni e nuvole si svolgevano a Genova, ma il suo accento era più o meno quello.
Lo spaesamento è il maggior difetto anche del film di Lucini, perché non è coerente qui quel che è coerente là. Certo, ovunque la lotta di classe della globalizzazione - qui mostrata dalla parte del padroni (Claudio Bisio) e fra i padroni - ha le stesse durezze; certo, qui come altrove le corna prudono; certo, qui come altrove ci si droga, per illudersi di esser ancora giovani. Ma il lessico e sfumature dell'etica non sono le stesse in questa o quella città. E lo scrupolo nel raccontare è possibile anche oggi: da decenni Pupi Avati gira a Bologna film bolognesi, non film romani ovunque. Comunque la struttura di Bonifacci-Lucini è la stessa: amici in difficoltà economica e sentimentale tanto da dimenticar l'amicizia, se occorre. La morale sarebbe quella evocata dal personaggio di Battiston, aedo del gruppo, citando una frase attribuita al vero triestino - per una volta! - Nereo Rocco: «Come sei in campo, sei nella vita».

Suona bene, ma poi ognuno prende le misure all'altro senza prenderne le distanze. E senza prender il treno, come nei Vitelloni, senza ritorno. Ma la Film Commission avrebbe gradito?

AMORE, BUGIE & CALCETTO di Luca Lucini (Italia, 2007), con Claudio Bisio, Angela Finocchiaro. 115 minuti

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