Roma - Penali per 10 milioni, incentivi per 175 milioni di euro. Destinatarie: le aziende elettriche italiane. E' il risultato dell'attività di controllo svolto dall'Autorità dell'Energia nei confronti dei gestori e valutato, principalmente, in base all'entità dei distacchi di corrente, legati a guasti o inefficienze, e causa di temporanei blackout.
Il monitoraggio si riferisce al 2006, su cui l'Authority ha appena ultimato i conteggi, emanando un'apposita delibera pubblicata sul proprio sito. Le penalità ammontano in totale a 9 milioni e 933 mila euro e toccano Acea, Enel e Asm Terni. Acea dovrà sborsare 3,9 milioni di euro. Enel 5,8 milioni, ma si vedrà anche corrispondere un incentivo di 166 milioni: il saldo, quindi, è in attivo per oltre 160 milioni di euro. La società sconta da una parte alcune situazioni negative legate a interruzioni del servizio, in determinate aree, superiori agli standard dell'Authority; dall'altra, invece, beneficia di risultati migliori. I dati resi noti dall'azienda nel giugno scorso, indicano che complessivamente la durata media delle interruzioni per i clienti è "scesa, nel 2006, a 51 minuti dai 63 del 2005, a fronte di un obiettivo tendenziale di 79 minuti fissato dall'Autorità". Nelle regioni del Nord il livello si abbassa a 34 minuti, in Toscana e Marche si attesta sui 40, in Lazio scende a 55 (erano 79 nel 2005). Anche per Asm Terni c'é da una parte una penale di 105 mila euro, dall'altra un incentivo di 55 mila euro. Le imprese hanno ora 60 giorni di tempo per presentare eventuale ricorso al Tar. Acea risulta il soggetto più esposto.
La media delle interruzioni è di 58 minuti (per il 2007 dovrebbe scendere a 52). Dalla società romana fanno sapere di essere consapevoli delle esigenze di ammodernamento della rete e a questo scopo è stato messo a punto un piano decennale da 750 milioni di euro. Ma fanno anche presenti alcuni nodi strutturali: la vasta superficie da servire (1.300 chilometri quadrati), la presenza di cavi interrati più alta d'Italia (93%), la rete di alta tensione più estesa, i guasti in zone tutelate dalla Sovrintendenza che rendono più complessi gli scavi. Circostanze, precisa Acea, che complicano l'intervento in caso di interruzione del servizio. Proprio i blocchi nelle forniture di energia sono l'unità di misura su cui l'Authority effettua il proprio monitoraggio. Un fenomeno ben più macroscopico in passato, che è andato riducendosi negli ultimi anni. Basti dire che nel 2000 le famiglie subivano interruzioni per circa tre ore l'anno, il triplo del 2006. Le stime dell'Autorità dicono che i minuti persi in media nell'arco dell'anno da ogni singola utenza sono stati 64, contro gli 80 del 2005: il 20% in meno. Inoltre il numero dei distacchi è sceso a una media di 7,2, contro gli 8,3 dell'anno precedente (-15%).
Notevoli i passi avanti nel Centro-Sud, con una progressiva riduzione del divario rispetto al Nord. Nel 2006, infatti, la media per il Mezzogiorno è scesa a 95 minuti persi, contro i 45 del Settentrione: la differenza é, quindi, di circa 50 minuti, contro i ben 180 minuti del 1998, quando i cittadini del Sud subivano in media 285 minuti di interruzione di corrente contro i 100 di coloro che abitavano al Nord. Un miglioramento generale che si riflette sull'andamento del meccanismo premio-penalità.
Il sistema di incentivi fa capo a un apposito fondo, alimentato attraverso una piccola parte di una delle voci che compongono la bolletta elettrica: la tariffa di trasporto, che nel suo complesso pesa circa per il 19% sulla bolletta stessa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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