Blair: «Nessun rimorso per la guerra in Irak». E volano gli insulti

LondraCompleto blu scuro, cravatta bordeaux e il sorriso tirato dei momenti difficili. L'ex premier britannico Tony Blair è arrivato con quasi due ore di anticipo all'audizione di fronte alla commissione d'inchiesta sulla guerra in Irak. Per evitare di farsi vedere dalle centinaia di manifestanti e di parenti di soldati caduti nel conflitto ha infilato un ingresso secondario del Queen Elisabeth Center dov'è stato sentito sia al mattino che nel pomeriggio. Un'apparizione attesissima che si è trasformata in appassionata difesa dell'entrata in guerra contro l'Irak a fianco degli Stati Uniti.
In una lunga arringa, servendosi di documenti e autocitazioni, l'ex primo ministro ha spiegato perchè continua a credere che destituire Saddam fosse la cosa più giusta da fare. Soprattutto dopo l'11 settembre. «Non ho mai guardato a quell'attentato come ad un attacco all'America - ha sottolineato - l'ho sempre visto come un attacco a tutti noi. E dopo quella data le minacce di Saddam, quelle che finora avevamo ritenuto di poter contenere, sono state osservate da una prospettiva completamente diversa». Blair è stato sentito anche sul famoso dossier gonfiato dei servizi segreti in cui si diceva che Hussein avrebbe potato lanciare delle armi nucleari con un preavviso di soli 45 minuti e che è sempre stato ritenuto la giustificazione per l'entrata in guerra della Gran Bretagna. «Qui non si tratta di parlare di bugie o di cospirazioni, di falsità o di disonestà - ha risposto l'ex leader laburista - qui si tratta di parlare di una decisione. E la decisione che dovevo prendere era questa: vista la storia personale di Saddam, visto l'uso che aveva già fatto delle armi chimiche, visto il milione di vittime che aveva già causato, alla luce dei dieci anni di violazioni delle risoluzioni Onu, potevamo correre il rischio che quest'uomo ripartisse con i suoi programmi nucleari o assumersi questo rischio ora sarebbe stato da irresponsabili?».
Blair ha anche negato che avrebbe sostenuto comunque l'invasione dell'Irak, anche se avesse pensato che Saddam non possedeva armi nucleari com'era sembrato nell'ultima intervista concessa alla Bbc lo scorso anno. «Il punto è che ritenevo e ritengo che un cambio di regime e le armi di distruzione di massa - ha spiegato ancora - non andassero trattate separatamente ma congiuntamente».

Sebbene il capo della commissione Sir John Chilcot abbia sottolineato più volte che Blair veniva ascoltato soltanto come testimone e che l'inchiesta non era un processo, ci sono stati alcuni momenti di forte tensione in aula soprattutto a causa delle reazioni di disappunto e ostilità da parte dei parenti di alcuni militari caduti in Irak, seduti tra il pubblico. Tanto che, quando Blair stava finendo di parlare, alcuni hanno gridato «sei un bugiardo e un assassino». L’urlo è scattato quando l’ex premier ha detto di avere «responsabilità ma non rimorsi» per la guerra in Irak.

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