Marta Ottaviani
«Prenderemo tutti i responsabili. Non solo gli esecutori degli attacchi, ma anche gli ideatori degli attentati. Non ci fermeremo, li inseguiremo finché non li avremo identificati tutti e portati davanti alla giustizia».
Aveva la voce ferma e la schiena dritta ieri Tony Blair, mentre parlava alla Camera dei Comuni. Un intervento breve, incisivo, con il quale il premier inglese ha informato i deputati sullandamento delle indagini riguardanti gli attentati di giovedì scorso. Sono le 15.30 a Londra (le 16.30 ora italiana, ndr) quando Blair inizia a parlare. Due ore prima un falso allarme bomba ha paralizzato la zona di Whitehall Street, dove si trovano molti edifici governativi e il numero 10 di Downing Street, la residenza del primo ministro inglese.
Un discorso, il suo, iniziato con una condanna: «Esprimiamo tutti il nostro disgusto contro questa strage assassina di innocenti» ». «È probabile - ha aggiunto - che ci troviamo di fronte a terroristi estremisti islamici dello stesso tipo di quelli che hanno agito a Madrid, in Turchia a New York e naturalmente anche in molti altri Paesi».
Blair ha anche confermato il nuovo bilancio di 52 morti, precisando che i feriti in ospedale sono ancora 56 e che, al momento, 74 famiglie ricevono assistenza da psicologi della polizia. Lattenzione si è poi spostata verso landamento delle indagini e le forze di intelligence.
«Non posso fornire dettagli sulle indagini ancora in corso - ha specificato Blair ai deputati della Camera dei Comuni - ma posso assicurare che si tratta delle indagini più imponenti nella storia della nostra nazione». La voce di Blair è diventata ancora più ferma quando si è trattato di difendere loperato delle forze dellordine. «Voglio aggiungere sui servizi segreti che so come nessuna operazione di intelligence sia sufficiente a prevenire gli attentati dei giorni scorsi. Questi terroristi hanno fatto di tutto per uccidere persone innocenti, ma i nostri servizi e la polizia fanno un lavoro eroico giorno e notte e posso dire che hanno fatto veramente di tutto per mantenere la sicurezza del Paese e della popolazione».
Un aplomb che ha lasciato un po di spazio allemozione solo quando Blair ha parlato del suo popolo, primi fra tutti i soccorritori, definendo il loro lavoro «magnifico» e quando ha confermato che dopodomani la Gran Bretagna osserverà due minuti di silenzio per ricordare le vittime degli attentati, riservando ai londinesi parole di grande elogio. «Il loro stoicismo - ha detto -, la resistenza e lo spirito incrollabile sono stati unispirazione e un esempio. Hanno risposto e continuano a rispondere con una forza e un orgoglio che sono universalmente ammirati».
Il tono è tornato fermo quando ha ammonito i terroristi: «Siamo uniti nella nostra determinazione - ha detto -. Il nostro Paese non sarà sconfitto da questo terrore, ma lo sconfiggerà ed emergerà da questo orrore con i nostri valori. Il nostro modo di vivere, la nostra tolleranza, il nostro rispetto per gli altri sono rimasti intatti».
E, in conclusione, un pensiero per la comunità islamica inglese: «La gente sa benissimo che la maggioranza dei musulmani della Gran Bretagna sono persone leali. Sono fiero di loro».
Un discorso che Blair ha finito come aveva iniziato: con la voce ferma e la schiena dritta.
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