Hanno atteso che passassero le bufere di neve, che le strade fossero di nuovo pulite e percorribili, e le piste da sci gremite. Poi i funzionari dell’Agenzia delle entrate sono tornati a colpire un luogo simbolo delle vacanze invernali. Obiettivo Courmayeur, in Val d’Aosta, sotto il Monte Bianco. Come capitò a Cortina prima di Natale, è stato scelto un fine settimana affollato (molte scuole sono chiuse fino a mercoledì per il carnevale) in una località turistica di grande richiamo.
Mondanità, bella vita, vacanze, sport: ecco il «mix» che il fisco ha messo nel mirino. A Cortina i ristoranti e le auto di grossa cilindrata. A Milano i frequentatissimi locali della vita notturna sui Navigli. A Roma le luccicanti strade dello shopping. A Napoli i mercatini. A Sanremo, il giorno di inizio del Festival, la zona tra il teatro Ariston e il Casinò. A Courmayeur, tempio dello sci, i funzionari si sono spinti ancora più in alto. Hanno preso seggiovie e skilift per appollaiarsi nei bar lungo le piste.
La guerra ai «furbetti dello scontrino» è scattata a metà mattina di un sabato finalmente con il sole. Stavolta nella battuta di caccia all’evasore, oltre a negozi, ristoranti e alberghi, sono finite anche le piste da sci. Gli ispettori del fisco spalleggiati dagli agenti della Guardia di finanza non si sono fatti mancare controlli a tappeto nei bar lungo le discese innevate. La strategia intimidatoria del piano anti-evasione ha dunque inaugurato un nuovo fronte. Magari nelle eleganti vie degli acquisti di Courmayeur si aspettavano, prima o poi, la visita dei mastini dell’erario, ma in quota, dove il freddo congela anche i registratori di cassa, speravano di scamparla. Fine della pacchia: da ieri vengono passati al setaccio anche gli scontrini di bombardini, punch, tazze di cioccolata, grappini.
Gli uomini dell’Agenzia delle entrate erano una settantina, in borghese. Come già successo nelle località perlustrate nelle scorse settimane, hanno spulciato i registri di una trentina esercizi commerciali e si sono piazzati alle spalle del cassiere per controllare che fossero battuti gli scontrini. Nella «perla delle Dolomiti» le attività ispezionate furono 35 e gli incassi miracolosamente si moltiplicarono del 300 per cento. L’altro giorno a Napoli lo schieramento di forze è stato ben più massiccio, anche se sui media ha avuto meno effetto: 250 militari, verifiche su 386 botteghe, in 317 delle quali (82 per cento) sono state accertate irregolarità di vario tipo, compresi moltissimi lavoratori in nero. L’epicentro dell’evasione è stato registrato in una bancarella di Sant’Anna a Capuana dove gli incassi sono aumentati del 985 per cento. Quasi dieci volte i giorni precedenti.
Il sindaco di Courmayeur, Fabrizia Derriard, l’ha presa con filosofia. «Niente di clamoroso, i controlli che ci aspettavamo si stanno svolgendo con professionalità e senza spettacolarizzazione», ha detto la prima cittadina ai cronisti che l’hanno incrociata lungo la via centrale del paese. «Sto passeggiando per rendermi conto di cosa sta succedendo, ma non mi sembra che ci sia nulla di clamoroso». Sulle piste c’era anche l’onorevole Daniela Santanchè: «Non mi sono accorta di nulla».
In effetti i valdostani sono apparsi meno stizziti dei veneti. A Cortina scoppiò un finimondo, alimentato anche dai controlli degli ispettori sui Suv lungo le strade. Il riscontro dei redditi portò a scoprire che i guidatori denunciavano al fisco una miseria. Ieri l’operazione è stata meno mediatica, forse perché più prevedibile. «Non è stato un blitz ma semplici controlli ed è giusto che vengano fatti», ha commentato il titolare del Caffè Centro, Antonio Liporace, imbarazzato dalla presenza di un funzionario delle Entrate alle sue spalle.
I commercianti sostengono che il clima di paura induce i clienti a pretendere sempre gli scontrini.
Tutti felici e contenti, compresi i turisti; tutti ad apprezzare i blitz, la discrezione, la sobrietà, e a custodire in tasca le preziose ricevute.Solo domani sarà comunicato l’esito dei controlli: forse non è stato clamoroso come altrove.
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