Francesco Borgonovo
La rivoluzione arancione è stata sconfitta dal risultato elettorale delle consultazioni di domenica scorsa, che hanno premiato il filo russo Viktor Yanukovic? Macché. Il ministro degli Esteri ucraino Borys Tarasyuk si dice convinto che il popolo ucraino continui ad apprezzare la svolta liberale e democratica filo occidentale che il Paese ha intrapreso da poco più di un anno. «I risultati sul piano economico e delle riforme lo dimostrano - spiega - così come le percentuali ottenute in sede elettorale dai partiti della Rivoluzione».
Che significato possiamo attribuire allora alle elezioni di domenica scorsa?
«È stato molto significativo per l'attuale amministrazione provare al mondo che in Ucraina si possono svolgere elezioni oneste, libere e sincere. È la riprova che l'affermazione della Rivoluzione arancione ha definitivamente stabilito la democrazia in Ucraina».
Vuol dire che avete chiuso per sempre col passato sovietico?
«Significa che ci siamo lasciati alle spalle il nostro passato post comunista e siamo diventati il primo Paese democratico sull'ex territorio dell'Unione Sovietica».
Un'inchiesta svolta dal «Financial Times» sosteneva che molti cittadini ucraini avevano deciso di votare il filo russo Yanukovic perché delusi dalla Rivoluzione arancione che avrebbe fermato la crescita del Paese.
«Alle persone comuni non interessa tanto la crescita del Pil, ma interessa che cosa hanno ricevuto da questi risultati. È vero che nel 2004 la crescita era del 12.1% mentre nel 2005 si assestava sul 2.4%. Però è in media con quella dei Paesi dell'Unione Europea».
Come mai allora tanta gente si è rivolta a Yanukovic?
«In Occidente contano le percentuali dei singoli partiti e dicono che Yanukovic ha vinto. Ha ottenuto il 32% circa. Gli altri partiti che facevano parte dell'unione arancione hanno ricevuto il 53-54%. Il che vuol dire che hanno ricevuto la stessa percentuale ottenuta da Yushcenko durante le elezioni presidenziali. Mentre Yanukovic, rispetto ai risultati ottenuti allora, ha perso il 14%. Vuol dire che il popolo è favorevole alla nuova forza democratica».
Il risultato dell'ex Primo ministro però è ugualmente positivo. Come lo spiega?
«Intanto perché le elezioni presidenziali che si sono tenute circa un anno e mezzo fa sono state molto dure e hanno diviso il popolo e questa polarità ancora esiste. Si tratta di una divisione a livello psicologico, che non riguarda tanto i cambiamenti sociali. Poi, nonostante abbiamo ottenuto risultati positivi, le aspettative della popolazione erano ancora superiori. Infine, dobbiamo mettere in conto che le forze arancioni si sono separate».
Crede che l'influenza della Russia si sia fatta sentire?
«Abbiamo sentito la pressione della Russia, non solo con la crisi del gas che c'è stata, ma anche con il divieto di importazione dei prodotti ucraini, del latte e della carne. Servivano a far ottenere alla rivoluzione arancione un risultato negativo».
Che farete allora, ricomporrete le forze originali della Rivoluzione arancione?
«Prendiamo atto della situazione. I partiti si stanno consultando per vedere di creare una nuova maggioranza parlamentare. I tre partiti della Rivoluzione arancione, cioè quello di Yushcenko, quello di Yulia Timoshenko e i socialisti possono ottenere la maggioranza dei seggi, lasciando i comunisti e il partito di Yanukovych all'opposizione».
Quindi si devono escludere possibili alleanze fra Yulia Timoshenko e Viktor Yanukovic?
«Yulia Timoshenko ha sempre detto che non si unirà mai Yanukovic».
La Rivoluzione arancione ha sempre puntato ad ottenere un appoggio politico forte dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti. Siete soddisfatti del supporto che avete ricevuto?
«Lo scorso anno abbiamo scongelato i rapporti strategici con gli Usa. Con l'Ue, durante questo anno abbiamo ottenuto dei risultati che non erano mai stati raggiunti prima. Abbiamo ottenuto lo status di Paese con economia di mercato, siamo entrati nel Wto. Abbiamo raggiunto il record degli accordi con l'Ue, che attualmente sono nove».
Rimane però ancora aperta la questione del vostro ingresso nell'Unione.
«L'Ucraina si considera parte dell'Europa. E partner dell'Ue. Il nostro obbiettivo è l'appartenenza all'Unione europea. Purtroppo però, l'Unione non è ancora pronta ad accettarlo».
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