Bobo Vieri segna il primo gol: «Sono tifoso Samp da una vita»

Fondata l’associazione dei frequentatori del green di fede genoana

Federico Casabella

«Sono tifoso della Sampdoria da una vita, che emozione essere qui!». Sono queste le parole dell'esordio in blucerchiato di Christian Vieri, ex bomber della Nazionale e attaccante di prestigio mondiale. Non c'è male come inizio: una frase del genere, detta da un campione come lui, non può che far scorrere un brivido sulla schiena di ogni tifoso blucerchiato, soprattutto di quei settecento cuori blu, bianchi, rossi e neri che battevano in piazza Matteotti, ieri mattina, quando Bobo è sceso dalla sua auto accompagnato dall'amministratore delegato della Sampdoria Beppe Marotta. Abbronzato, volto disteso, fisico asciutto in barba a quanti lo definivano un ex giocatore senza più stimoli. Arriva a Genova con tanta voglia di ritornare protagonista nel campionato italiano in una forma diversa con una maglia diversa.
Il numero è sempre lo stesso, ha scelto il 32, i colori, quelli no. Ci sono il bianco e il nero della maglia della Juventus con la quale si è consacrato, il nero e il blu dell'Inter nel quale ha passato la parte più importante della sua carriera, anche il rosso e il nero del Milan, ultima società con la quale ha giocato prima di trasferirsi a Montecarlo, ma la musica qui è più dolce. In tutto in serie A fanno 132 reti in 222 partite, niente male. Alla Samp gliene chiedono 10, lui non si vuole porre obiettivi: «L'unico traguardo che mi pongo è quello di giocare il più possibile - risponde Vieri -. Non posso dire quanti gol farò ma, solitamente, se gioco i gol arrivano sempre. Vi chiedo solo di giudicarmi a fine stagione: solo lì potrete dirmi se ho fatto bene o no. Io sono convinto che sarà un grande campionato».
L'inizio di stagione incolore nel Milan, che lo ha convinto a fare le valigie e trasferirsi oltre confine per giocare con continuità e non perdere la maglia azzurra, l'infortunio al ginocchio sinistro, quindi l'operazione al menisco in primavera e l'addio forzato a Germania 2006: proprio in un mondiale che vede l'Italia di Lippi protagonista. Le componenti per arrabbiarsi ci sono tutte: «Avrei potuto esserci e vivere ogni emozione di questa competizione. Avrei potuto anche giocare domenica a Berlino - racconta Bobo - e, ragazzi, mi sto rosicando in modo incredibile!». Non fa nulla per nascondere la sua amarezza il figlio d'arte, a cui la società ha regalato una foto che ritrae il padre in azione con la maglia blucerchiata, ma preferisce non approfondire la sua esclusione dalla Nazionale: «Sono comunque contento di questo traguardo raggiunto dai miei ex compagni - racconta -, ma non voglio pensarci troppo: gli infortuni sono cose che capitano nel nostro mestiere. Un augurio agli azzurri? Meglio non gufare».
Chiusa la parentesi Berlino, Vieri torna a pensare al prossimo anno: «Non vedo l'ora di iniziare. Ho bisogno di allenarmi per tornare in forma, c'è il ritiro che serve per questo e, entro un mese e mezzo, conto di essere al top. Se resterò a fine anno? E' presto per dirlo ma se farò bene e la società vorrà sono pronto a fermarmi qui». L'ex bomber delle big del calcio italiano si è già calato nella realtà blucerchiata: «Ho parlato con il mister Novellino qualche sera fa, ci siamo salutati e dati appuntamento in ritiro. Con Flachi mi sono sentito 60 volte - scherza -, mi ha detto che c'è un ambiente sereno, un gruppo compatto che segue le indicazioni del mister e una tifoseria entusiasta e ne ho appena avuto una dimostrazione». Proprio ai tifosi Vieri riserva un pensiero particolare: «Lo stadio di Marassi mi ha sempre affascinato per il calore del pubblico ma, 2 anni fa, quando la Samp si giocò la Champions e io vinsi con l'Inter, quel catino colorato mi ha folgorato: qualcosa di stupendo!». Al giocatore, per un anno, vanno 800mila euro più un bonus per ogni gol segnato: «Vieri non ha scelto la Sampdoria - ha detto Marotta - L'ha voluta.

Mi ha chiamato chiedendomi se poteva essere utile e per venire qui ha rinunciato al contratto con il Monaco (Vieri percepiva un ingaggio da 2 milioni, ndr) e a diverse offerte che, dal punto di vista economico, erano più allettanti della nostra: questa è la dimostrazione che Bobo è un vero campione che per passione e affetto ha rinunciato ad ingaggi importanti». La Bobomania ha inizio.

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