Milano La nomina ufficiale ancora non cè, ma i giochi sono chiusi e la decisione è scontata: Ilda Boccassini verrà nominata a capo della Direzione distrettuale antimafia di Milano. La carica era vacante da tempo, nei giorni scorsi il procuratore capo Manlio Minale aveva lanciato il cosiddetto «interpello», cioè il concorso tra tutti i suoi vice, i procuratori aggiunti, per nominare il nuovo capo della Dda. Ma di candidature sul tavolo di Minale ne è arrivata una sola: quella del procuratore aggiunto Ilda Boccassini, sessantanni tra una settimana, una dei magistrati italiani con maggiore esperienza sul fronte della lotta a Cosa Nostra. È il pubblico ministero che negli anni Novanta indagava sulla mafia a Milano, e che dopo le stragi del 1992 scese in Sicilia per dare la caccia agli assassini di Falcone e Borsellino.
Dopo il rientro a Milano nel 1994, Ilda Boccassini si è dedicata ad altro: le inchieste sulle nuove Brigate Rosse, ma soprattutto contro Silvio Berlusconi e Cesare Previti per i casi di corruzione tra i giudici romani delle vicende Sme e Mondadori. Ora invece ad occuparsi di mafia a tempo pieno. Già in questi giorni, daltronde, sta lavorando ad una indagine assai delicata: è il troncone milanese delle inchieste nate dalle rivelazioni del neo-pentito Gaspare Spatuzza sul «secondo livello» della strategia stragista di Cosa nostra, e sui contatti - riferiti dal pentito - tra Silvio Berlusconi, Marcello DellUtri e la cosca dei Graviano. Con la nomina a capo della Dda, Ilda Boccassini assume ora il pieno comando delloperazione.
La nomina di Ilda Boccassini potrebbe essere uno degli ultimi atti, in veste di procuratore della Repubblica, di Manlio Minale, che è già stato nominato dal Csm procuratore generale. Ora Minale avrebbe chiesto al ministero di ritardare il trasferimento, ma non è detto che sia accontentato (anche perché il Csm punta ad eleggere il successore in tempi stretti, visto che a maggio il Consiglio verrà rinnovato, e non è detto che la maggioranza di centrosinistra si veda confermata). Prima di andarsene, comunque, Minale dovrà sciogliere un altro nodo delicato: la nomina di un capo per un altro pool delicato, quello che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione.
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