Boccea, rivolta contro gli sfollati di Bravetta

Marcello Viaggio

Lo sgombero del Residence Roma sta infiammando la periferia romana. Dopo la Giustiniana, la protesta popolare sale questa volta dalle zone limitrofe a via Boccea, nel XVIII Municipio. Oggi pomeriggio un corteo dei comitati di quartiere Maglianella, Casalotti, Mazzalupo, Montespaccato dirà no al trasferimento a Boccea degli occupanti del megadormitorio di Bravetta. L’appuntamento, ore 16, è in via della Maglianella 375, davanti al vecchio convento dei Padri Irlandesi, dove dovrebbero insediarsi, nei piani del Comune, almeno 2mila transfughi da Bravetta. La zona, che fa parte della Valle dei Casali, si trova in aperta campagna, fra l’Aurelia e la Boccea, poco oltre il Raccordo. «Chi ha costruito una casa da queste parti, lo ha fatto con enormi sacrifici - racconta Alessandro Cardinali, del Comitato Maglianella - Ci conosciamo tutti. Il verde, l’ambiente pulito, l’aria buona, compensano la mancanza di trasporti pubblici, di fognature. Stanno anche sorgendo piccole aziende, c’è un tessuto produttivo. Non permetteremo che questo posto fra un mese diventi come il Bronx. Peggio, come Fort Apache».
Gli abitanti non vanno per il sottile: all’origine del trasferimento ci sarebbero precisi accordi fra Veltroni ed i costruttori. «L’opzione che ha la Cem di Mezzaroma per l’acquisto degli 8 ettari e mezzo del complesso dei Padri Irlandesi, - spiega Paolo Quarta, uno degli organizzatori del corteo - è una partita di scambio con il Residence Roma. Quest’ultimo, una volta liberato, diventerebbe un lussuoso albergo. Il convento alla Maglianella, però, è inadeguato ad ospitare l’enorme massa di persone attualmente nel Residence Roma. Dentro ci sono solo piccole stanzette per il ritiro spirituale dei seminaristi. Con un unico refettorio. Ma soprattutto la struttura è vincolata a servizi religiosi, non ci si può abitare. E l’area non è edificabile, tantomeno si può aumentare la cubatura del complesso».
Ma proprio il nuovo Prg prevederebbe, guarda caso, la soluzione giusta. Se passerà così com’è, spiega il Comitato Maglianella, permetterà di ristrutturare ed allargare il convento. L’indice di costruzione nella zona, il volume edificabile per unità di superficie, oggi è pari a 0,30-0,40. Con l’approvazione del Prg di Morassut, l’indice salirebbe di botto a 1. Un metro cubo per ogni metro quadro di superficie. Così l’edificio del convento potrà passare da 35 a 85mila metri cubi. Oltre il doppio. «Oggi la Cem non potrebbe costruire neppure la cuccia di un cane - rimarca il comitato di quartiere -. Se il Prg passa, l’area diventa edificabile e decade il vincolo». Un filo invisibile, insomma, legherebbe lo sgombero di Bravetta e il futuro del convento irlandese. E il nodo sarebbe sciolto dall’approvazione del Prg. A patto che Veltroni riesca a chiudere l’operazione prima del voto di maggio.
Il corteo sfilerà lungo via della Maglianella e via Boccea. Vi parteciperà il presidente del XVIII Municipio, Vincenzo Fratta. Per il presidente romano di An Vincenzo Piso ed il capogruppo Sergio Marchi, il Comune non può calare dall’alto sui Municipi decisioni che rischiano di essere «devastanti»: «I provvedimenti adottati, lungi dall’aver risolto il problema del Residence Roma, rischiano di istituzionalizzare altri tre ambiti di disagio nella città.

Chiediamo al Sindaco il ritiro delle ordinanze all’origine della vicenda e lo invitiamo a convocare immediatamente un tavolo con i Municipi».
An ha annunciato che chiederà la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario.

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