Bocciati e contenti

Dopo l’Europa anche gli italiani sfiduciano il governo. Ma Conte ride

Bocciati e contenti

Il giudizio che brucia non è tanto e solo quello dell’Europa che ha bocciato come «preoccupante» la situazione economica dell’Italia ma quello del «popolo italiano», in millantato nome del quale Di Maio fa e disfa, come se stesse giocando a Monopoli. Anche l’indice di fiducia di imprese e consumatori (comunicato ieri dall’Istat) è infatti crollato ai minimi degli ultimi quattro anni, un dato pesantemente negativo che va ad aggiungersi a quelli su crescita e produzione industriale.

Non solo, quindi, i cattivi burocrati europei ma i cittadini non si fidano di questo governo e delle sue ricette economiche. La sfiducia riguarda l’incertezza nelle decisioni, l’incapacità generale, l’estenuante balletto di ordini e contrordini tra Cinque Stelle e Lega e forse, soprattutto, l’utilità del reddito di cittadinanza approvato ieri in prima lettura dal Senato, con annessa festa dei proponenti grillini. La reazione che ha avuto il premier Conte a questa ennesima bocciatura è da incorniciare: «Va tutto bene, sono sbagliati i dati, è il momento di cambiare - ha detto - il sistema con cui si calcolano i parametri economici». Che è come prendersela con il termometro se segna febbre o col metro se non ti dice che sei alto come vorresti.

Misuriamo pure il Pil con il «dimaiometro» e la crescita industriale in «gradi Conte», mettiamo ai voti sulla piattaforma Rousseau della Casaleggio se si può dire che un euro può valere un euro e mezzo e cambiamo pure il cognome a Toninelli, ma comunque la giri la realtà è quella e restiamo nella «melma», che puoi chiamare anche «fiorellino» ma è sempre quella cosa lì. Il governo oggi sembra come i bambini che pretendono di avere ragione contro l’evidenza dei fatti e delle leggi fisiche.

Di Maio e Conte pensano di saperne più degli economisti (e passi), più degli imprenditori (e già qui la cosa dovrebbe fare riflettere) ma più dei numeri è davvero eccessivo e pericoloso. L’uomo saggio - diceva un vecchio filosofo - dubita spesso e cambia opinione mentre lo stupido è ostinato e non ha dubbi, conosce tutto tranne la sua ignoranza. Per l’appunto.

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