Bocciato Brighi l’avvocato dei rigori persi

Collina c’è rimasto male. Il designatore si aspettava una prestazione decisamente migliore da Christian Brighi, 45 anni compiuti lo scorso luglio, che a Bergamo ha regalato un rigore inesistente al Napoli e non ne ha concesso almeno uno all’Atalanta. In un pomeriggio il fischietto di Cesena, di professione avvocato, uno dei pochi che non fa l’arbitro a tempo pieno, ha compiuto un passo indietro dopo un avvio estremamente confortante. Ed è un peccato perché stava ponendosi sulla stessa strada di Morganti e Saccani i quali, sotto la guida di Collina, hanno raggiunto livelli d’eccellenza. Cosa ha sbagliato, Brighi? Innanzi tutto non s’è accorto che Manfredini ha anticipato Lavezzi in occasione del rigore assegnato al Napoli, quello del momentaneo pareggio: bastava seguire la traiettoria del pallone. Poi, sul punteggio di 1-1, non ha punito uno sgambetto di Maggio su Valdes a campo aperto concedendo a Bellini un vantaggio improbabile e negando all’Atalanta un sacrosanto tiro dal dischetto.

Ma ciò che è piaciuto meno è stato lo scarso rispetto mostrato da un paio di giocatori nei suoi confronti: vedi Manfredini che lo prende per il braccio dopo la prima ammonizione e vedi Doni che lo contesta (eufemismo) a lungo in un paio di circostanze. Non c’è niente di peggio di sommare errore a errore. C’è invece chi sta maturando alla svelta come Gervasoni, impeccabile arbitro di Catania-Torino.

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