Il Carlo Felice svolta. Ormai lanciato nellera del marketing, va a caccia di grandi nomi per intasare lo streaming e farsi bello agli occhi del mondo. «Romeo et Juliette» di Charles Gounod debutta venerdì prossimo (ore 20.30) con Andrea Bocelli nel ruolo del protagonista. E la città va in delirio: incontro in grande stile nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, con studenti muniti di macchina fotografica e folla delle grandi occasioni. Come se solo ieri ci fossimo accorti che in città abbiamo un teatro dellopera.
Per carità, ci sta. Ci sta perché Bocelli riempirà la platea, e di questi tempi è evento raro; ci sta perché riempire la platea significa musica, ma significa anche soldo, e pure questo è, ahimè, evento raro per i teatri; ci sta infine perché «Romeo et Juliette» di Gounod è unopera straordinaria e tutti la devono ascoltare.
Quello che non ci sta è Fabio Luisi - Direttore Principale al Metropolitan - in un angolino prima di entrare in sala, mentre tutti i riflettori si mangiano avidamente il Romeo della situazione; e non ci sta nemmeno che durante la stagione lirica la maggior parte dei ragazzi sia ben tenuta dentro le mura della scuola, magari con liPod sotto al banco e la convinzione che lopera lirica sia una punizione del Signore.
Fino a che, miracolo, non arriva il nome in voga e tutti scoprono quanto è bello sentire una voce impostata. Ma la cultura si abbina solo alla notorietà, sempre e comunque? E «a prescindere»? Concedeteci il dubbio.
Fortuna che Bocelli, di questo bisogna dargli atto, conserva sempre una dignitosa umiltà e durante lincontro sposta quanto può i riflettori sullopera di Gounod, sullArte e sul Teatro. «LOpera lirica è il Paradiso della Musica. Sono orgoglioso di essere a Genova e di calcare le scene di un grande teatro come il Carlo Felice, in un ruolo che amo moltissimo».
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