«Le bollicine non sono tutte uguali»

L'azienda veneta ha diversificato la produzione, fra cuvée, doc e ice

Ultime notizie dal mondo del Prosecco. C'è qualche segnale di rallentamento di un boom fino a oggi inarrestabile. Li coglie chiaramente Pierluigi Bolla, presidente e amministratore delegato di una delle aziende leader delle iconiche bollicine venete, la Valdo (nonché uno di quegli uomini per cui vale il moto nomen omen).

Bolla, che succede?

«Succede che dopo tanti anni di un'espansione prepotente si colgono a livello generali indizi di rallentamento. In Inghilterra, mercato che assorbe 130 milioni di bottiglie, ovvero il 25 per cento della produzione di Prosecco, c'è un calo del 3-4 per cento, e anche in Italia si registra un calo dell'1-1,5 per cento. Insomma, un inizio di tapering. In gergo economico si chiama così».

Motivi?

«Per l'Inghilterra si può mettere in relazione ai problemi conseguenti alla faticosa Brexit. In Italia ad aspetti generali relativi alla grande distribuzione...»

Però il segnale resta.

«Sì, e riguarda il Prosecco doc, quello prodotto in massa nella pianura che ricerca solo i volumi e non la qualità. Il Prosecco docg al momento non ha questo problema. Semmai il problema è quello di non superare un certo livello di prezzo oltre il quale l'offerta è molto ampia».

Ma il pubblico capisce che il Prosecco non è tutto uguale?

«Siamo noi a doverlo comunicare, ma tutto si basa su una strategia di lungo periodo».

Voi di Valdo come vi regolate?

«Noi non soffriamo di alcun rallentamento, nell'ultimo anno abbiamo aumentato le vendite di un milione di bottiglie e i ricavi sono passati da 58 a 64 milioni di euro. Ma il nostro segreto sta nell'aver diversificato la produzione».

In che modo?

«Siamo stati i primi a introdurre il concetto di cuvée nel Prosecco, con la Cuvée di Boj, la Cuvèe del Fondatore, le Rive San Pietro di Barbozza. Poi abbiamo i Prosecco docg e doc, il Prosecco biologico, spumanti tradizionali e regionali, fatti con uve come la Falanghina, il Pecorino, la Passerina. Abbiamo anche il Valdo Ice, che segue la moda di proporre spumanti da servire con il ghiaccio. Ha grande successo in Europa, perfino in Francia. Cogliamo ogni opportunità offerta dal mercato».

E in futuro?

«Vogliamo stringere il nostro rapporto con Valdobbiadene e per questo pensiamo di creare una Valdo

Guest House. E in una nuova proprietà vorremmo produrre uno spumante metodo classico. E di recente abbiamo fatto ingresso in un'azienda friulana, i Magredi, che condivide la nostra ide di valorizzazione del territorio».

AnCu

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