Bollorè blinda il patto Mediobanca e punta Pininfarina

Nell’anno appena trascorso Unicredit ha fatto posto ai soci libici e nei prossimi mesi Intesa Sanpaolo potrebbe trovarsi ad attutire l’addio del Crédit Agricole, ma in Mediobanca, che insieme a Generali è l’incrocio più delicato della finanza italiana, tutto lascia pensare che ci sarà lo status quo. Il patto di sindacato, che blinda il 44,3% di Piazzetta Cuccia, sarà «sicuramente» rinnovato ha detto il finanziere Vincent Bollorè che con il 5,2% guida il blocco dei grandi soci francesi (11% del capitale) iscritti al cosiddetto «gruppo C». Il resto è nelle mani del «gruppo A» (in cui figurano Unicredit, Mediolanum, Commerbank e Sal Oppenheim) e dei soci industriali del «gruppo B». «Sono in Mediobanca per il lungo termine e penso che il patto sarà rinnovato senza problemi. Nessuno dei grandi soci ha manifestato opinioni diverse», ha detto Bollorè ricalcando quanto anticipato la scorsa settimana dal consigliere franco-tunisino Tarak Ben Ammar. Unico cruccio il valore del titolo in Borsa, ma «è un problema che riguarda tutte le banche». Non solo: Bollorè dimostra una «grande fiducia» nel top management («Renato Pagliaro è un grande presidente e Alberto Nagel un grande amministratore delegato»).
Un entusiasmo pari solo a quello verso l’Italia, in cui il gruppo Bollorè «crede molto» e ha investito 500 milioni, pari a un quarto del proprio portafoglio complessivo e al 5-10% degli asset. «Trovo che l’Italia sia un Paese formidabile per l’economia e la finanza. Gli europei «non hanno ancora capito» che l’Italia è «più avanti della Francia e sta raggiungendo la Germania. I dati economici sono decisamente migliori di quelli ufficiali». Bollorè oltre che di Mediobanca, che riunirà il comitato esecutivo il 21 gennaio, è socio di Generali (di cui è anche vicepresidente) e di Premafin, dove ha fatto da ambasciatore a Groupama. «Non c’è conflitto. Sono un investitore finanziario - ha detto Bollorè - è come se un risparmiatore non potesse avere azioni Fiat e titoli Peugeot allo stesso tempo».
Quest’anno il gruppo concentrerà comunque le forze sulla produzione di auto elettriche. Tanto che Bollorè ha anche manifestato a Pininfarina, con cui ha una joint venture ad hoc, l’interesse a partecipare alla ristrutturazione del capitale.

Le parole del finanziere hanno dato nuova fiamma alle quotazioni di Pininfarina (+8%, dopo essere stata a lungo sospesa in asta di volatilità con uno strappo del 12%) che, su pressione Consob, ha poi smentito accordi imminenti sul riassetto.

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