Claudia B. Solimei
da Bologna
Cè il benzinaio ottimista per complicità: «Uno che ci piaccion le donne non può essere che un bun sindaco»; il consigliere provinciale invidioso: «Regna democraticamente»; la lavoratrice in nero disillusa: «Legalità? Ma dove crede di essere, a Gela?»; il disoccupato astioso: «Come fa a fare il sindaco di Bologna uno che è nato a Cremona, lavorava a Milano e aspirava a Roma? Complimenti ai bolognesi, hanno capito tutto»; il barista nostalgico: «Lho visto solo in tv e sui giornali; nel mio bar, a differenza di Guazzaloca, non è mai passato»; il gestore di locale disilluso: «Rappresenta perfettamente la sinistra, ovvero le speranze deluse»; e ancora lo studente del Dams («Alla Potëmkin: è una c...ata pazzesca»), il turista di passaggio («Guasaloca en France tout le monde le connait, Cofferattì cosè»).
Non è proprio un campione scientifico della popolazione, ma sono alcune delle 500 voci di bolognesi raccolte in giro per la città e messe nero su bianco in un libro: «Cofferati anche noi», a firma di Vincenzo Zapparoli e Ida Cassetta, in arte Zap&Ida, coppia di umoristi e disegnatori bolognesi («cattivi e velocissimi» si autodefiniscono), di salda fede politica di sinistra ma delusi e pure un po' «arrabbiati» dopo due anni di Sergio Cofferati sindaco di Bologna. «Una volta lho incontrato, gli ho chiesto di convincermi a non avercela con lui, mi ha risposto che non doveva convincere nessuno di niente. Allora è nato questo libro» spiega Zap che per due mesi, tra febbraio e marzo, ha messo in mano foglio e penna a 500 bolognesi qualsiasi, rimasti rigorosamente anonimi, chiedendo di scrivere un pensiero sul loro sindaco. A corollario, i due umoristi hanno aggiunto una sessantina di vignette irridenti. «Lui dice di avere il 75% dei cittadini che lo sostengono, ma nel complesso su quelli positivi prevalgono i pareri negativi» fa notare Zap che in campagna elettorale, due anni fa, aveva fortemente sostenuto Cofferati insieme ad altri intellettuali bolognesi e per questo, ora, ci tiene a precisare: «Spero che legga il libro e possa essergli daiuto».
Certo è che i «pensierini» raccolti sono per lo più spietati («Bisogna sempre dubitare di chi mette il lambrusco nei tortellini», parola di insegnante), e balza agli occhi chi invece di Cofferati è contento: soprattutto anziani e pensionati entusiasti della campagna sulla legalità. Quelli, precisa però Zap, «che se il partito gli dice è un buon sindaco, ripetono che lo è». Un certo successo il Cinese lo ottiene anche con gli elettori di centrodestra: «Caro Cofferati - scrive un imprenditore - da sindacalista comunista ti odiavo. Alle elezioni ho votato Guazzaloca ma devo ammettere che cominci a piacermi. Mi chiedo: sono cambiato io o sei cambiato tu?». E il farmacista: «Finalmente un sindaco non comunista». Un discreto successo lo miete pure fra le donne, sarà il fascino dello sceriffo: «È sicuramente il più bello fra i sindaci di Bologna» lascia scritto una casalinga; più audace la semiologa («Vorrei passare con lui un week end di sesso sfrenato») e al limite della censura limpiegata: «Cofferati è un grande perché in Comune se le fa tutte».
Il libro sarà presentato il 13 giugno, una data scelta non a caso: il secondo anniversario dellelezione dellex numero uno della Cgil a sindaco di Bologna. Chissà come la prenderà, si chiedono gli autori, che per pubblicare il libro hanno avuto qualche difficoltà. Proposto a diverse case editrici, che si erano dimostrate ben felici del progetto, pare che il volume, una volta assunta la fisionomia poco benevola nei confronti del sindaco, sia stato cortesemente rifiutato.
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