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Bomba al pm. Scommesse? No, caso Genoa

Paola Balsomini

da Genova

Dopo la bomba anticarro, priva di esplosivo, recapitata via posta al pubblico ministero Alberto Lari che in estate ha indagato sulla combine tra Genoa e Venezia e che ha aperto l’inchiesta sul filone delle scommesse clandestine, potrebbe essere raddoppiata la scorta al magistrato genovese. Nel frattempo, si continua ad indagare sulla busta gialla che conteneva la mina, impossibilitata comunque ad esplodere e ancora dotata di dispositivo di sicurezza. Si indaga sulla data, non completamente leggibile ma che secondo fonti investigative potrebbe essere quella del 20 ottobre, e cioè tre giorni prima del caso scommesse che è esploso nel capoluogo ligure con il deferimento del giocatore della Sampdoria Francesco Flachi.
Non solo, la busta sembra essere stata imbucata lunedì 17 (per arrivare alla posta centrale il 20) e quindi addirittura una settimana prima delle notizie di presunte combine tra squadre di serie A, B e C, riportate invece la domenica successiva.
Secondo le ultime indagini non ci sarebbero dubbi: dietro alle minacce al pubblico ministero Lari ci sarebbe ancora l’ombra di Genoa-Venezia, inchiesta a cui Lari aveva lavorato insieme al magistrato Giovanni Arena, «avvertito» il 22 agosto scorso con un foro rinvenuto alla finestra del suo ufficio. E intanto la Procura sembra pronta a chiudere l’inchiesta penale senza rinvii a giudizio, nemmeno agli indagati Juanito Sanfilippo e Graziano Belziti.

In piedi invece ci sono le indagini della Figc che acquisirà gli atti soltanto oggi.

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