Il bomber: «Il mio incubo è finito»

da Roma

È l’uomo del giorno. Il bomber uscito dal tunnel del dolore e gettato nella mischia per render meno dura l’assenza di Totti. «Sono molto contento - esordisce Vucinic - perché è finito un incubo e abbiamo vinto grazie a un mio gol». La sua prima rete con la Roma, dopo cinque mesi in giallorosso, ha il sapore del riscatto dopo l’infortunio al ginocchio e l’operazione subita a metà dicembre. E poco importa se, scontata la squalifica, Totti tornerà a guidare l’attacco della Roma. «Francesco - confessa - è il 50 per cento di questa squadra...». Microfoni a Spalletti. «Abbiamo fatto fatica - dichiara -, perché il Siena ci ha messo in difficoltà e noi, giocando tante gare di fila, rischiamo di smarrire un po’ di freschezza».
Altro tema: il malumore di Mancini dopo la sostituzione.
«I calciatori si devono comportare come vogliono - chiarisce -, ma mi è dispiaciuto vedere che non è venuto a salutare Tavano che entrava in campo. Non esiste un caso-Mancini. Quando sono rientrato negli spogliatoi, mi ha detto che era uscito dall’altra parte del campo, perché era più vicino a quella zona. Gli ho fatto notare che se viene a salutare i compagni, mostra disponibilità. Nel calcio ci sono delle regole. Si possono fare tre sostituzioni. E come dice Ancelotti, finché rimango qui, le faccio». Vibranti le dichiarazioni di Beretta. «Ho chiesto a De Rossi se piangeva in seguito all’intervento di Locatelli - ironizza - e se gli aveva fatto male. Quando dobbiamo giocare con la Roma, ci alleniamo con il pungiball... Anche all’andata De Rossi ha fatto la stessa cosa con Brevi. Se c’è stato contatto tra i due? Sicuramente Locatelli l’ha colpito. Ma da lì ad esser morto, ce ne passa. Non giudico il romanista dal punto di vista tecnico, perché ci ha fatto vincere i Mondiali. Abbiamo fatto un’ottima partita e messo in difficoltà la Roma. Il pareggio sarebbe stato più logico». La replica di De Rossi.

«Era un po’ nervoso - ammette il mediano riferendosi a Beretta - e diceva che sia all’andata che al ritorno avevo simulato. Invece ho preso botte in entrambi i casi e non sono andato a chiedere l’espulsione di Locatelli».

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