Bondi: sfrattiamo Prodi con 5 milioni di firme

Il coordinatore azzurro presenta la campagna che parte oggi: «La partecipazione sarà altissima»

da Roma

Onorevole Bondi, da oggi fino a domenica scatta la raccolta di firme organizzata da Forza Italia nelle piazze italiane per «mandare a casa Prodi». Qual è il reale obiettivo che vi ponete?
«Noi vogliamo dare voce alla forte richiesta che sale da tutto il Paese che è quella di porre fine a un’esperienza di governo fallimentare e a una maggioranza debole e arrogante che ha occupato tutto l’occupabile provocando danni irreparabili».
Voi puntate a raccogliere cinque milioni di firme. Non esiste il rischio di aver fissato una soglia troppo elevata?
«Cinque milioni di firme è un obiettivo imponente ma alla nostra portata. Bisogna tener conto del fatto che il malumore nei confronti del governo è trasversale ed è assai diffuso anche fra gli elettori del centrosinistra. Da tutti i coordinamenti regionali, provinciali e comunali del partito mi giungono segnali più che confortanti, e sono convinto che la partecipazione popolare a questa iniziativa sarà altissima, in linea con le previsioni».
La raccolta delle firme avverrà in maniera limpida?
«Noi abbiamo scelto un modo trasparente di raccogliere le firme, nulla a che vedere con i pasticci registrati alle primarie del Partito Democratico. Sarà una mobilitazione senza precedenti, una risposta di popolo ai giochi di Palazzo che tengono ancora in piedi un governo che non avrebbe dovuto mai nascere. Desidero cogliere l’occasione per ringraziare già ora l’impegno straordinario, appassionato e generoso di tutti i nostri militanti che saranno impegnati sabato e domenica a tenere aperti circa 10.000 gazebo in tutta Italia».
Quella di questo weekend può essere considerata come una delle prove di forza più ambiziose nella storia del partito?
«Forza Italia non ha bisogno di esibire i muscoli: da tredici anni è saldamente il partito di maggioranza relativa del Paese e ha l’orgoglio di aver modernizzato la politica italiana attraverso una leadership autorevole e riconosciuta, che ha un saldo legame con la gente, un legame che va oltre i vecchi schemi della politica. La mobilitazione di questi giorni vuol essere anche un messaggio al Palazzo rosso, per dimostrare che l’antipolitica è una malattia tutta interna alla sinistra».
I più interpretano questa iniziativa come una forma di pressione per convincere il presidente Napolitano a riportare il Paese alle urne, in caso di caduta del governo Prodi.
«Noi non abbiamo mai fatto, né mai faremo, pressioni sul presidente Napolitano. Non vogliamo inseguire la sinistra sul terreno scivoloso delle forzature istituzionali: in questa legislatura ce ne sono già state troppe, e tutte di segno uguale. Quello che a noi preme è mettere il dito nella piaga che tutti gli italiani vedono: il Paese da un anno e mezzo non è governato. Chiunque abbia a cuore gli interessi del Paese dovrebbe muoversi nella nostra direzione. Fra i moderati dell’Unione c’è chi la pensa da tempo come noi, ma non ha ancora il coraggio di staccare la spina. Comunque l’implosione di questo governo è già in atto e ogni giorno che passa è una ferita in più che si apre sulla pelle del Paese».
Non ritiene sia stata una strategia sbagliata far salire troppo le aspettative su una presunta caduta del governo Prodi?
«Ripeto: questo governo sta sopravvivendo a se stesso con l’unica strategia di tirare a campare, e per far questo Prodi non ha esitato a varare una Finanziaria di stampo elettoralistico che danneggia i conti del Paese invece di risanarli. Berlusconi ha solo fotografato una realtà che è sotto gli occhi di tutti: una maggioranza che non è politica ma solo aritmetica, tenuta insieme solo dal collante del potere e da un uso disinvolto del denaro pubblico attraverso le elargizioni a pioggia che Palazzo Chigi distribuisce di volta in volta agli scontenti di turno. Stiamo assistendo al teatrino della peggior politica possibile. Uno spettacolo che non potrà durare a lungo».


Credete ancora che la maggioranza finirà per implodere in tempi brevi?
«L’implosione è già in atto, visto che alcuni settori della maggioranza hanno deciso di votare la Finanziaria col solo intento di evitare l’esercizio provvisorio, ma col retropensiero di un’esperienza politica giunta ormai al capolinea. Siamo arrivati in ogni caso ai titoli di coda del governo Prodi, il peggior governo nella storia della Repubblica».

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