La Bonino discriminata. Dal microfono

Forse tra i «molti problemi da superare» quando si cerca di affrontare il tema dell’immigrazione in Italia intendeva riferirsi anche alla lunghezza dei microfoni. Sabato scorso, al teatro «Dal Verme» di Milano, alla seconda edizione degli «Stati generali degli immigrati in Italia». Emma Bonino, giacchetta rossa e collana di perle, sta per prendere la parola, quando si deve bruscamente fermare. Il microfono nel quale la vicepresidente del Senato dovrebbe parlare è discriminatoriamente alto. Solo dopo un intervento dei tecnici la leader del movimento radicale può iniziare il suo discorso, che verte sui problemi dell’immigrazione ma che ben presto approda su Bruno Vespa e il suo programma tv «Porta a Porta», che la Bonino definisce la «terza Camera del Paese».

«E se volete perdere le elezioni - ha commentato - occupatevi del tema immigrazione. Non ho trovato da nessuna parte una politica che sia un modello di integrazione. La responsabilità condivisa deve essere alla base per creare il nostro futuro».

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