Roma - Più sostegno alle imprese e mano tesa alle famiglie. questi i cardini del pacchetto di misure destinato al sostegno della crescita che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e i tecnici del Tesoro stanno mettendo a punto. I provvedimenti dovrebbero rientrare in due decreti legge, il primo dei quali potrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri del prossimo 6 maggio.
Gli aiuti alle imprese si attueranno secondo due direttrici. La prima riguarda un «alleggerimento» degli studi di settore per artigiani e commercianti. Si pensa a un ampliamento della platea autorizzata a tenere la contabilità semplificata, mentre è allo studio anche la deduzione integrale dei beni strumentali di «minor valore» e una revisione del tetto di deducibilità dei costi delle auto aziendali. Sul fronte semplificazione, invece, si pensa a uno sfoltimento delle comunicazioni. Del nuovo corso beneficerà anche il settore del turismo con la creazione dei distretti «turistico-balneari», anch’essi titolari di agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative.
Novità in vista anche per le pmi con l’introduzione di un credito d’imposta al 90% (ma potrebbe attestarsi anche al 100%) per le spese in ricerca e sviluppo effettuate con la collaborazione delle università. Questo credito d’imposta si dovrebbe sommare ai 100 milioni di bonus fiscale già previsto dalla Finanziaria del 2011 per l’acquisto di servizi e know how dagli atenei.
Anche per le famiglie i fronti aperti sono due. Il primo riguarda il sostegno a chi è in difficoltà nell’onorare un mutuo. Il tavolo tecnico istituito da ministero dell’Economia, Bankitalia, Abi e parti sociali sta lavorando su due ipotesi: una nuova moratoria oppure una serie di agevolazioni per consentire la trasformazione del mutuo da tasso variabile a fisso in maniera tale da attutire l’impatto della stretta decisa dalla Bce. Vagliata anche la possibilità di modificare le soglie usurarie (attualmente al 4%) in modo da escludere meno famiglie dalla possibilità di accedere al credito bancario.
L’altro elemento-chiave, già previsto nei programmi del governo, sarà il piano casa. Ma questa volta si impedirà alle Regioni di impallinarlo. Sarà introdotto il silenzio-assenso per semplificare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) con la sola eccezione degli immobili nei centri storici. Quindi meno problemi per chi, ristrutturando, vorrà ampliare del 20-30% la volumetria del proprio edificio.
Sul fronte semplificazione si segnalano invece due innovazioni: per ottenere gli sgravi per lavori di ristrutturazione (36%) o per le opere di riqualificazione energetica degli edifici (55%) non sarà più necessario comunicare all’Agenzia delle Entrate l’avvio della procedura, ma basterà fornire i dati direttamente nella dichiarazione dei redditi. Finisce in dichiarazione anche la comunicazione dei familiari a carico fino ad oggi comunicata al sostituto d’imposta con un modulo ad hoc.
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