Tutti daccordo (o quasi) sul significato della sentenza emessa dalla terza sezione della Corte di Cassazione che prende in considerazione il mercato delle scommesse sportive. Lopinione più diffusa è riassunta da Fernando Petrivelli, presidente del sindacato Sistel: «La Cassazione afferma che eventuali restrizioni alla libertà di stabilimento e alla libera prestazione di servizi possono essere posti da un regime concessorio solo se coerenti, non discriminatori e proporzionati. Ma va ricordato che questo pronunciamento fa riferimento a vicende risalenti al bando del 1999 che impediva alle società di capitali, e quindi alle società straniere, di partecipare all'assegnazione delle licenze. Poi la situazione, grazie anche allultima gara, è mutata nella direzione indicata dalle sentenze Gambelli e Placanica. Con ogni probabilità la Corte di Giustizia, qualora fosse chiamata a pronunciarsi su un caso analogo, giungerebbe a conclusioni diverse. Si tratta quindi di una pronuncia che avrà scarsi riflessi sul mercato».
Più severo il parere di Francesco Ginestra, presidente di Assosnai: «La sentenza non mette in discussione la validità del sistema concessorio per cui è strumentale parlare di una sanatoria favorevole a tutti i ctd insediati fino al 2006. È vero che gli operatori stranieri non potevano accedere al bando del 1999, ma è altrettanto vero che i provvedimenti di allora impedivano ai concessionari di esercitare la raccolta con mezzi di terzi. Pochi se ne ricordano. Il continuo insediamento di ctd esteri in Italia è fatto grave alla luce dei 430 milioni sborsati dagli operatori per aprire corner e negozi. In ogni caso le sentenze comunitarie e nazionali fanno riferimento a un vecchio quadro normativo». Il gioco interattivo risulterà il business del futuro: lo afferma lo studio «The Italian Gambling Market», di cui la «Media & Entertainment Consulting Network» ha fornito unanticipazione ad Agicos. Si prevede un tasso di crescita di poco inferiore al 40% nei prossimi 3 anni con un giro daffari del gambling online di 3,7 miliardi nel 2010. A utilizzare la tecnologia a distanza saranno 5 milioni di giocatori, di cui l83% si dedicherà alle scommesse, il 59% al casinò, il 43% al poker, il 41% alle lotterie e il 15% al bingo. La somma delle percentuali è nettamente superiore a 100 perché ciascun intervistato non si limita a un gioco solo. Il «peer to peer» non avrà un particolare sviluppo per il carico fiscale troppo elevato.
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