da Roma
Le voci su una modifica del regime pensionistico, iniziate già in campagna elettorale, fanno aumentare di 3,8 miliardi la spesa previdenziale. Questanno, infatti, cresceranno di 66.778 unità i lavoratori che andranno in pensione di anzianità; cioè, persone che, pur avendo meno di 65 anni, si ritirano dal lavoro attivo avendo maturato i requisiti previdenziali. Saranno 7.085 in più del 2005 i lavoratori che, compiuti i 65 anni, andranno in pensione di vecchiaia. Si tratta in massima parte di lavoratori parasubordinati. Tantè che diminuisce di 311 unità il numero dei lavoratori dipendenti che vanno in pensione a 65 anni.
Il dato viene dallInps che comunica come in tutto il 2006 le liquidazioni cresceranno di 77.931 unità. La maggior parte dei lavoratori che andranno a riposo saranno quelli dipendenti (in massima parte andrà in pensione di anzianità); 900 saranno gli autonomi e 6 quelli della gestione dei parasubordinati. LInps informa che ci saranno anche 93 preti ad andare a riposo nel corso di questanno.
Nel complesso, la spesa previdenziale cresce dai 151,8 miliardi di euro del 2005 ai 155,6 di questanno. Con un incremento del 2,5%. Da notare che lincremento annuo si mostra stabile fino al 2008; quando la crescita della spesa sale annualmente del 2,6%.
Secondo i dati del bilancio di previsione dellInps, lo stesso tasso di crescita si registra anche nelle nuove iscrizioni allente previdenziale. E fra il 2004 ed il 2006 si è assistito a un vero e proprio boom delle iscrizioni, cresciute di 700 mila unità, frutto dellampliamento del mercato del lavoro. Con un particolare. I nuovi iscritti pagano contributi minimi; i nuovi pensionati ricevono assegni calcolati sullo stipendio (cioè con il metodo contributivo).
E sempre per restare sulla «qualità» dei nuovi iscritti Inps, viene fuori uno spaccato dellevoluzione del mercato del lavoro. I lavoratori dipendenti sono cresciuti in un anno dello 0,7%, gli artigiani dello 0,5%, mentre le iscrizioni al fondo dei parasubordinati sono aumentate dell11,2%. Anche dai dati Inps arriva la conferma di una crisi delle vocazioni religiose. Le iscrizioni al fondo clero sono diminuite in un anno del 4,1%.
Un dato non secondario che emerge dal bilancio di previsione dellInps è che il peso della spesa previdenziale resta stabile in rapporto al Pil. Ogni anno lo Stato spende circa il 10,5% della ricchezza prodotta in un anno dal Paese per pagare la pensione a chi si ritira dal lavoro attivo.
Proprio questa stabilizzazione era uno dei punti cardine della riforma delle pensioni fatte dal precedente governo. Stabilizzazione favorita anche dai benefici concessi a chi restava al lavoro. Ora, però, le voci su nuovi interventi in campo previdenziale rischiano di far saltare il delicato equilibrio generazionale.
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