Roma - Willer Bordon, ha chiesto a Vincenzo
Visco di rinunciare alla delega
sulla Guardia di finanza. Anche lei
contro il viceministro?
«No. Noi abbiamo ribadito la nostra
stima nei confronti di Vincenzo Visco
sulla cui probità non abbiamo dubbi.
Però io ho una lunga militanza nelle
istituzioni e so che una cosa è il personale,
un’altra è il non avere nemmeno
un lontano dubbio su chi ha responsabilità
così grandi. E proprio per evitare
qualunque tipo di strumentalizzazione
politica crediamo ci sia la necessità
che il governo faccia chiarezza in
Parlamento nelle forme che riterrà
più opportune».
Che idea si è fatto della vicenda?
«Oggi non ha senso dichiararsi a priori
innocentisti o colpevolisti. Si deve
fare chiarezza, innanzitutto il viceministro,
ma anche il generale Speciale.
A qualsiasi persona di buon senso risulta
evidente che, da una parte o dall’altra,
c’è qualcosa che non va».
E cosa dovrebbe fare Visco?
«Proprio per potersi spiegare meglio
da ogni punto di vista ed evitare strumentalizzazioni,
che soprattutto nel
centrodestra ci sono state, dovrebbe,
non autosospendersi, perché è un’opzione
inesistente dal punto di vista tecnico,
ma deve valutare con il ministro
la restituzione della delega sulla Guardia
di Finanza. Che, tra l’altro, per la
sua rilevanza ha sempre fatto capo al
ministro stesso. Questo fino a quando
non ci sarà stato un chiarimento completo,
poi arriverà il momento dei
provvedimenti. In qualche modo è
quello che ognuno di noi farebbe di
fronte a una cosa che rischia di trascinare
un’importante istituzione in una
discussione infinita».
Visco quando dovrebbe prendere
questa decisione?
«Io mi aspetterei un gesto prima della
discussione in Parlamento. Discussione
che mi piacerebbe superasse i rigidi
schieramenti di partito. Se non sarà
fatto io credo che si dovrà pensare a
strumenti parlamentari».
Cioè una mozione?
«Un atto di indirizzo. Lo strumento
lo vedremo, magari un
ordine del giorno. È importante
il valore politico. Significa
dare a Visco l’opportunità di
difendersi meglio. In Italia si
tende a interpretare queste
cose come una capitolazione
o un’autoaccusa,manon è così.
È vero il contrario».
Però il gesto di Visco potrebbe
mettere a rischio gli equilibri già
delicati sui quali si regge la maggioranza
della quale lei fa parte, nonostante
sia uscito dalla Margherita e
non condivida il progetto di questo
Partito democratico...
«Certo, un voto a favore della mozione
del centrodestra provocherebbe una
crisi politica.Eanche questa valutazione
va fatta. Però come parlamentari
siamo tenuti a rispettare il divieto di
mandato imperativo e quindi dobbiamo
difendere gli interessi dei cittadini,
non quelli di una parte. È bene che
tutti abbiano presente che in Parlamento,
nonostante questa sciagurata
legge elettorale, non ci sono dei soldatini
di piombo, ma persone che hanno
autonomia di movimento».
Questo significa che potrebbe anche appoggiare la mozione del centrodestra?
«Non credo sarà necessario. Penso, proprio perché nel centrodestra è prevalso un giudizio strumentale, che un appoggio risulterebbe sbagliato. Senza risposte saremo noi a presentare un atto di indirizzo».
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