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Borsa, scommettere sull'azionariato Usa: i "magnifici 7" (ma non solo). E occhio alla "variabile IA"

Il Bloomberg Magnificent 7 Total Return Index mostra un incredibile guadagno medio del 98%

Mercati finanziari
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Borsa, scommettere sull'azionariato Usa: i magnifici 7 ma non solo. E occhio alla variabile IA

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Il mercato azionario merita sempre attenzioni da parte di chi ha risorse (tante o poche) da investire. Le migliori performance sul medio e lungo periodo sono spesso da attribuire proprio all’investimento (oculato) in azioni.

Uno sguardo al mercato americano e alla Borsa di Wall Street è sempre opportuno, e quest’anno gli Usa saranno per tutto l’anno sotto i riflettori anche per l’atteso confronto elettorale per le presidenziali di novembre.

Le Big Tech

È curioso verificare quanto un listino così ricco (oltre 2800 aziende quotate) sia finito per essere così concentrato. I "magnifici 7" (che sono le cosiddette "Big Tech") concentrano quasi il 30% dell’intera capitalizzazione del New York Stock Exchange. Quali sono i "magnifici 7" (tra parentesi l’incremento di valore delle azioni nel corso del 2023)?

  • Apple (+48%)
  • Microsoft (+53%)
  • Alphabet (+46%)
  • Amazon.com (+71%)
  • Nvidia (+213%)
  • Tesla (+101%)
  • Meta (+156%)

Il Bloomberg Magnificent 7 Total Return Index, indice che segue l’andamento dei soli "magnifici 7", mostra un incredibile guadagno medio del 98% a fronte di un +8% per la media dell’intero listino Usa.

Non solo, i “magnifici 7” - come ricorda un’analisi di AcomeA Sgr - hanno raggiunto un multiplo di circa trenta volte, mentre il resto del mercato è arrivato a circa ventun volte. Questa divergenza si è mantenuta ad alti livelli nel corso degli ultimi quattro anni e si spiega con il comportamento degli investitori, i quali continuano a comprare un titolo, anche quando i multipli sono elevati, se la sua crescita è giustificata.

Oltre il gigantismo

Eppure, secondo gli analisti di AcomeA potrebbe essere arrivato il massimo. Un punto di svolta nel tech, in cui il potenziale di crescita per i “magnifici 7” potrebbe essere più limitato rispetto al passato. Del resto, considerando un orizzonte temporale di medio lungo termine e confrontando le capitalizzazioni dei “magnifici 7” con quella di intere Borse, la situazione è impressionante: sette mega cap americane capitalizzano più della Borsa cinese, di quella giapponese e di quella francese. Il gigantismo dei colossi tech americani dimostra anche quanto poco spazio possa esserci per un ulteriore upside di questi titoli. E quanto invece potrebbe essercene per altri titoli.

Quali condizioni potrebbero favorire un mutamento di indirizzo complessivo, da indurre uno spostamento di attenzione dai "magnifici 7" ad altri attori tech (e non solo)?

  • l’inflazione è in fase decrescente e sta arrivando il momento più difficile per riportarla intorno al target del 2 per cento
  • la prospettiva di un imminente taglio dei tassi da parte della Fed
  • l’esplosione di attenzione alla tematica dell'intelligenza artificiale, che si sta affermando come potenziale driver per l’incremento della produttività

Nel complesso - anche secondo Comgest, un grande gestore di fondi - le dimensioni di una società non sono sufficienti per avere un vantaggio competitivo e crescere nel lungo periodo, ma contano anche altri fattori, tra cui le caratteristiche del mercato.

Il mercato statunitense è ancora in una certa misura frammentato, ma molto competitivo e in continua crescita. I dati sull’economia americana sono molto positivi, ma bisogna tenere in considerazione anche altri aspetti come l’impatto della Fed e delle elezioni negli Stati Uniti. In generale, i mercati iniziano a preoccuparsene ma, indipendentemente da chi sarà eletto, l'America avrà ancora un enorme vantaggio competitivo rispetto alle altre economie occidentali.

La variabile "IA"

A detta di molti osservatori anche l'intelligenza artificiale spingerà la produttività nei prossimi anni. Se osserviamo il passato vediamo che circa 6 mesi prima del primo taglio dei tassi nel 1995 iniziò un rally che è culminato nella bolla del 2000 ma che per cinque anni ha registrato il 28% annualizzato. Nonostante l’euforia sui mercati, vediamo oggi un elevato potenziale dell’IA analizzando i commenti e i report delle società di semiconduttori, di hardware e di software in America. Questi report dimostrano come l’IA si stia diffondendo in modo significativo su interi settori, con un impatto positivo anche sulla marginalità.

Degli sviluppi dell'intelligenza artificiale ne hanno beneficiato solo alcune società, in questa prima fase, ma è facile prevedere una tendenza più generale.

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