La vendita della rete a Kkr «cambia le regole del gioco» per Tim, «poiché rimuove le catene del debito e coincide anche con un ritorno nel quarto trimestre 2023 di una crescita positiva dei ricavi da servizi domestici per la prima volta dal 2017». Sono queste le principali ragioni per cui gli analisti di Bank of America hanno promosso a «buy» (comprare) da «neutral» il titolo della società guidata dall’ad Pietro Labriola (in foto), con un prezzo obiettivo del titolo che si alza da 0,33 a 0,40 (a 0,44 per le azioni risparmio). La benedizione di Bofa non ha mancato di galvanizzare il titolo in Piazza Affari, dove infatti ieri è balzato del 5,9% a 0,29 euro.
Nel corso dell’analisi, gli esperti osservano che la parte più rilevante dello scorporo della rete «è il deleverage (il calo del debito, ndr) che rimuove un ostacolo a lungo termine alla performance delle sue azioni». Non solo: «In un contesto di tassi più elevati per periodi più lunghi» vi era «un rischio reale associato alla sua capacità per sostenere investimenti vitali». L’attesa ora è per il prossimo 7 marzo, quando Labriola presenterà il nuovo piano di Tim e le prospettiva di «ServCo», la società dei servizi senza la rete.
L’istituto americano ha ricordato che la storia di Tim è «disseminata di accordi interrotti», ma ci sono diversi aspetti che inducono all’ottimismo. Il maggiore azionista, Vivendi (23,7%), si è «formalmente opposto» in tribunale, ma non «ha chiesto un’ingiunzione».
E questo, unitamente al golden power del governo, fa prevedere «la chiusura entro il primo semestre dell’anno».Bofa, infine, ritiene che Tim abbia una valutazione molto attraente al momento e può tornare «a pagare un dividendo con un rendimento da alta singola cifra».
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