Piazza Affari si appresta a chiudere l'anno fra i migliori listini internazionali. Questa è certamente un'ottima notizia. L'eccellente performance diventa così un'ottima occasione per tornare a insistere su un concetto che sta particolarmente a cuore a chi si richiama alla cultura liberale. Per il semplice fatto che la Borsa è l'espressione più autentica del mercato libero, cioè di quel luogo fisico e insieme virtuale dove la domanda e l'offerta sono gli attori protagonisti (gli unici!) che si incontrano senza l'intervento diretto e invasivo dello Stato. Ed è da tale incontro che si determinano, appunto liberamente, prezzi e scambi di titoli. Questo è il mercato, è il mercato libero, bellezza.
Una Borsa che viaggia così bene è un segnale più che confortante per il Sistema Paese. Che potrebbe contribuire in maniera determinante a imprimere nel 2026 un'ulteriore spinta benefica all'economia reale in una fase storica alquanto nebulosa. D'altronde più il mercato è libero e più si raggiunge benessere per tutti. Per le imprese, per gli individui, per le famiglie. Ciò significa che lo Stato, per quanto possibile, deve stare sempre un passo indietro. E anche la politica deve fare altrettanto evitando misure, come in passato, che abbiano un riflesso negativo in Piazza Affari. Il criterio che vale, oggi più di ieri, è quello di un decisore pubblico che svolga con autorevolezza il compito rigoroso di controllo che tutto proceda nel perimetro di poche e precise regole. Chi agisce al di fuori delle regole conclamate deve ovviamente essere sanzionato. Il Pubblico, perciò, è chiamato ad assolvere solo a tale fondamentale funzione. Altro non serve. Anzi qualsiasi ulteriore mossa avrebbe la caratteristica di un'ingerenza, di un mettere i bastoni fra le ruote inceppando così l'ingranaggio.
Il mercato libero non ha bisogno di interventi che lo indeboliscano. La Borsa non desidera altri personaggi che non siano la domanda e l'offerta. Stato e politica controllino e bene che tutto proceda in piena regola. Unica regola aurea da assolvere.www.pompeolocatelli.it