Economia

Borsa di Milano euforica

Maxi-rally per Piazza Affari che ieri è volata del 6,8% e ha conquistato il titolo di migliore Borsa europea, trascinata da Unicredit e Banca Intesa. L’S&P/Mib 40 si è riportato così sopra i 23 mila punti, un livello che non vedeva dallo scorso 15 ottobre. Raffica di sospensioni al rialzo tra i big di Piazza Affari: Telecom Italia è volata dell’11%, A2A del 12%, Saipem del 9,9%, Atlantia del 7,6%.
Ma le vere regine del mercato ieri sono state Unicredit e Intesa Sanpaolo che hanno messo in secondo piano tutti gli altri titoli. Il gruppo di Piazza Cordusio ha chiuso la seduta con balzo del 19% riportandosi a 2,2 euro, il prezzo a cui veniva scambiata lo scorso 22 ottobre. A inseguirla l’altra big di Piazza Affari Intesa SanPaolo che ha guadagnato il 9,3% a 3,2 euro, tornando ai livelli di metà ottobre.
La riscossa delle banche italiane è forse partita. I motivi dei rialzi di ieri sono diversi: «Le elezioni americane e lo sgonfiarsi dei tassi interbancari. Ma per l’Italia c’è una ragione in più, stanno arrivano le prime indiscrezioni sul piano del governo in aiuto del sistema» spiega Giulio Baresani Varini, direttore investimenti di banca MB.
Ieri il Ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, al termine dell’Ecofin a Bruxelles ha confermato di avere allo studio «un provvedimento euro-compatibile» per il settore. Il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, ha aggiunto che gli strumenti tecnici in discussione «sono quelli già introdotti da alcuni paesi europei, come Olanda e Belgio, perché sono quelle le forme riconosciute dalla Commissione europea come adatte».
In Europa gli interventi statali delle banche comprendono tra gli altri la forma di obbligazioni subordinate perpetue (Francia) o convertibili (Olanda-Belgio) che emessi dagli istituti di credito sono stati acquistati dallo Stato. Ottime notizie per Unicredit e Intesa. A differenza delle colleghe europee l’Italia ha aspettato a svelare il piano di intervento e secondo gli analisti il provvedimento definitivo potrebbe arrivare dopo il G20, il vertice finanziario americano che si terrà alla fine della prossima settimana. «Il posticipo ha pesato sull’andamento dei nostri titoli bancari che quotano con multipli a sconto rispetto al settore europeo», spiega un analista.
Ieri anche Credit Suisse è intervenuta sull’argomento a difesa delle banche italiane. La banca d’affari, in un report scriveva che non «ha senso comparare le banche italiane con quelle internazionali che hanno caratteristiche diverse e sono state costrette a ricorrere agli aiuti di Stato per evitare il fallimento». Gli analisti della banca svizzera hanno confermato di sposare la tesi del Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, secondo cui il sistema bancario italiano continua ad essere caratterizzato da una solida qualità delle attività, una ridotta esposizione agli asset tossici, una solida base di raccolta e un livello moderato di indebitamento. Credit Suisse ha poi confermato la raccomandazione positiva (outperform) su Unicredit che, in un’ottica di medio termine, potrebbe più che raddoppiare di valore per raggiungere i 4,4 euro.
A ribadire il proprio ottimismo su Intesa Sanpaolo ieri sono stati gli analisti di Euromobiliare che hanno confermato il giudizio «buy» (compare) sul titolo con un prezzo obiettivo di 4,2 euro. Per gli analisti della sim milanese il titolo dell’istituto guidato da Corrado Passera in Borsa può salire di un altro 31%. A richiamare gli acquisti sono state le indiscrezioni secondo cui la mina della Carlo Tassara sarebbe per essere disinnescata.

Le banche starebbero studiando un piano per evitare che la holding del finanziere Romain Zaleski, sotto stress finanziario per il crollo dei mercati, sia costretta a svendere il 5% di Intesa Sanpaolo che possiede.

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