Borse in ginocchio E ora i tassi Usa potrebbero scendere

Wall Street crolla (-4%) anche per i timori sul colosso assicurativo Aig. In Europa bruciati 125 miliardi. Bce: «Siamo in allerta straordinaria»

da Milano

Imprevisto, e dunque ancor più carico di conseguenze, il fallimento di Lehman Brothers piomba come un maglio sui mercati, seminando perdite ovunque e costringendo le Banche centrali a organizzare un immediato cordone sanitario, mentre si ipotizza un taglio dei tassi, oggi, da parte della Federal Reserve.
Non era questo il lunedì che i mercati si erano immaginati durante il weekend. L’inizio della nuova settimana doveva essere battezzato con l’accordo fatto per salvare Lehman. Non è invece andata così. L’incubo ha preso forma durante la notte tra domenica e lunedì, giusto in tempo per essere registrato in Asia. Tokio e Hong Kong si sono salvate solo perché chiuse per festività, ma in ginocchio sono finite Taiwan (-4,1%) e Bombai (-3,35%). Poi, è toccato all’Europa: indici in picchiata di oltre il 5%, in un fuggi-fuggi ridottosi in parte solo quando, temporaneamente, Wall Street sembrava riprendere quota. Il finale a New York è stato però drammatico: il Dow Jones ha perso il 4,11%, quasi 500 punti, ed è sceso sotto gli 11mila punti; il Nasdaq il 3,3%, mentre lo S&P (-4,3%) ha subìto il calo più forte dagli attacchi alle Torri gemelle. Il black monday è costato al Vecchio continente 125 miliardi di capitalizzazione, bruciata da perdite tra il 3,9% di Londra e il 2,7% di Francoforte, con Milano scesa del 3,5%.
Vista con occhi un po’ miopi, si può dire che poteva andare peggio. E che le preoccupazioni sulla tenuta dell’economia mondiale hanno contribuito ad alleggerire ancora i prezzi del petrolio, finito sotto i 95 dollari, mentre l’euro è risalito prima fino a 1,45 dollari e poi ridisceso a quota 1,41. In realtà, la situazione è da allarme rosso. Anche perché, dietro l’angolo, potrebbe esserci un nuovo crac. Il colosso assicurativo Aig è alla disperata caccia di quattrini: servirebbero 40 miliardi di dollari, e per il momento, il gruppo ha avuto dallo Stato di New York il permesso speciale di ottenere 20 miliardi dalle sue controllate. Secondo il Wall Street Journal, il governo federale ha chiesto a Goldman Sachs e JP Morgan di guidare un finanziamento da 70-75 miliardi di dollari per salvare il gigante.
George W. Bush ha spiegato che la Casa Bianca è «al lavoro per ridurre le turbolenze dei mercati», ma l’efficacia delle misure che saranno prese è tutta da verificare. E difficile è stabilire l’impatto dei 30 miliardi di euro e dei 5 miliardi di euro messi ieri a disposizione, rispettivamente, dalla Bce («Siamo in allerta straordinaria», ha dichiarato il presidente Trichet) e dalla Banca d’Inghilterra per garantire liquidità ai mercati. Anche la Fed è corsa ai ripari: d’ora in poi si potrà accedere ai prestiti dando azioni in garanzia. Le 10 principali banche Usa hanno inoltre fatto quadrato creando un fondo da 70 miliardi per prestarsi soldi tra loro.


Il livello di sfiducia dei mercati resta però alto. Alcuni economisti non escludono che nella riunione di oggi il leader della Fed, Bernanke, riduca i tassi (di un quarto o di mezzo punto). L’inflazione surriscaldata sembra ora l’ultimo dei problemi dell’America.

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