La prospettiva di una super-regolazione «alla tedesca» nei mercati finanziari - che ha preso formalmente il via con la decisione di Angela Merkel di sospendere le vendite allo scoperto fino al 31 marzo 2011 - non piace alle Borse, che rispondono con forti cali in Europa e con un vero e proprio crollo negli Stati Uniti.
La cancelliera non ha fatto passi indietro, anzi ha annunciato che chiederà, durante il vertice del G20 a Toronto in giugno, di introdurre una forma di tassazione sulle operazioni finanziarie. «Porterò avanti una campagna su questo - ha spiegato - anche se credo di indovinare che non ci accorderemo su questo punto fin dalla prima cena».
La mossa tedesca non è stata digerita bene dai mercati, che hanno speculato sulle divisioni fra Germania e resto dEuropa. Ribassi consistenti hanno caratterizzato la giornata: -1,65% a Londra, -2,25% a Parigi, -2,02% a Francoforte. Milano ha perso l1,69%, Madrid l1,13% e Atene un pesante 3,85%. Leuro ha toccato il minimo dal 2001 sullo yen giapponese, ed è rimasto poco sopra alla caduta di mercoledì, quotando 1,2371 dollari. Molto male anche Wall Street: i timori sullEuropa, sommati alle incertezze sulla ripresa americana e sulla sorte della riforma della finanza al Congresso, affondano i listini (a metà seduta il Dow Jones perdeva il 3,38%, il Nasdaq il 4,12%). I dati che giungono dalleconomia statunitese evidenziano una ripresa fragile e un mercato del lavoro assai volatile. Le richieste di sussidi da parte dei disoccupati sono aumentate oltre le previsioni, e il superindice economico di maggio è sceso dello 0,1%. Secondo il Conference board, la ripresa «sta perdendo forza». In forte calo anche i future del petrolio, che nel corso della seduta negli Usa sono arrivati a perdere oltre cinque dollari al barile, scendendo sotto a 64,5 dollari. «I problemi debitori della zona euro - osserva uno dei governatori del board della Fed, Daniel Tarullo - minacciano gli Usa attraverso le tensioni sui mercati e il danno al commercio internazionale».
La sortita di Angela Merkel ha «sorpreso» il presidente dellEurogruppo Jean-Claude Junker «perché non è stata discussa preventivamente con gli altri partner». Anche Christine Lagarde, ministro delle Finanze francese, ha ribattuto alla cancelliera che la scelta è «discutibile» e che leuro «non corre assolutamente alcun rischio». La questione sarà discussa oggi alla prima riunione della task force europea per la riforma del patto di stabilità. Nelloccasione la Germania presenterà il proprio piano in nove punti per rendere molto più stringenti gli obblighi dei Paesi euro. Francia e Germania hanno comunque deciso di «coordinare le loro azioni a sostegno delleuro».
Il divieto unilaterale di short selling e la sospensione dei credit default swaps che scommettono al ribasso sui titoli di Stato europei non convincono a pieno il governatore di Bankitalia, Mario Draghi. «Quando ho appreso che i governi vogliono mettere al bando alcuni aspetti dei cds - spiega in un intervento a Francoforte - ho pensato: tutto è realizzabile, ma prima di tutto bisogna sapere che cosa si regolamenta». Draghi aggiunge che alla base della crisi ci sono stati «carenze regolatorie e errori di politica monetaria» (il governatore sembra riferirsi alla politica di tassi molto bassi adottata dalla Fed di Alan Greenspan). «I benefici di una solida cornice di politica monetaria - osserva - sono oggi diventati più evidenti».
Il presidente della Bce Jean-Claude Trichet conferma che la maggiore liquidità creata acquistando bond governativi sarà «ritirata totalmente con le aste». Il banchiere centrale reputa necessario rendere più elastici i sistemi finanziari globali, continentali e nazionali, ma avverte: «È irrealistico credere che le crisi finanziarie possano essere eliminate».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.