«A borseggiare mandiamo i più piccoli così, se li prendono, li rilasciano subito»

«Una giornata di “lavoro” frutta almeno 400 euro ma spesso si raddoppia»

Rita Smordoni

Quando tornano da una giornata passata a borseggiare, i piccoli rom dicono: «Siamo andati a lavorare». Dovrebbero andare a scuola. Ma l’evasione scolastica nei campi nomadi, secondo le stime in possesso del Sulpm, è pari all’88 per cento. «Leggermente più bassa fra le etnie di origine italiana - precisa Alessandro Marchetti - più alta nelle etnie romene, korakhanè e jugoslave. I campi dove l’evasione è alle stelle sono Casilino 900 e via di Salone».
«Borseggiare è un mestiere che si tramanda da una generazione all’altra» testimonia una zingara, una vita passata fra metropolitana e strade del centro. «Ogni donna insegna l’arte del rubare ai figli. Io ho cominciato a sei anni, - racconta - In genere dai cinque anni fino a dieci si fa apprendistato nei supermercati, si imparano le tecniche, i trucchi. A dieci anni si è pronti per andare sulla metropolitana. Sempre in coppia, una persona adulta e una minorenne. Si comincia alle 7 e mezzo, sui vagoni stipati di gente ancora assonnata, e si finisce al pomeriggio. Sulla metro basta una frenata per prendere senza problemi un telefonino che spunta dal taschino o alleggerire la borsa di una donna anziana».
In superficie, per strada, oltre al borseggio, lo scippo. Mete preferite i luoghi affollati di turisti distratti e incantati dai monumenti: Colosseo, piazza di Spagna, via del Corso. Ogni famiglia ha la sua zona, non può oltrepassarla: una giornata frutta in genere dai 400 agli 800 euro. È sempre la ragazzina o il ragazzino minorenne a rubare: se viene colto sul fatto alla fine, al massimo entro 24 ore, viene ricondotto al campo nomadi. E il giorno dopo ricomincia. Tempo fa ha fatto notizia la storia di Sabrina, 14 anni, fermata per scippo 49 volte. Quello di Sabrina, però, non è un record: «Ci sono bambini fermati anche più di cento volte» testimonia l’Opera Nomadi.
E il Campidoglio? «Il Centro di contrasto alla mendicità infantile - si legge sul sito del Dipartimento politiche sociali - è in grado di accogliere, in un ambiente familiare e sereno, i minori sottratti alla strada, di conoscerli e assisterli per intervenire efficacemente sul loro contesto di vita.

Tramite il Centro è possibile entrare in contatto con le famiglie dei bambini e sostenerle attivamente nell'assumere le proprie responsabilità. Altrimenti è possibile attivare un intervento di protezione dei minori sottraendoli al racket e prendendoli sotto la tutela comunale». Della serie: ma in quale realtà virtuale vive il Comune di Roma?

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