Bossi in fuga da Silvio? Berlusconi non gli crede

Il Senatùr: "Se Berlusconi si ritira diventiamo il primo partito del Nord". Ma il Pdl è sereno: solo tattica, alleanza salda

Bossi in fuga da Silvio?  Berlusconi non gli crede

L’annuncio è tonitruante, l’affondo apparentemente definitivo, il divorzio dato già per consumato. Umberto Bossi, dopo i due ultimatum respinti al mittente sulla necessità per il Pdl di «staccare la spina a Monti», prende spunto dall’intervista con cui Silvio Berlusconi ufficializza che non si ricandiderà per ruoli politici di prima linea. E traccia un percorso tutto in solitaria per la Lega.

«Se Berlusconi si ritira è risolto il problema» dice il Senatùr al suo arrivo al Parlamento del Nord a Villa La Favorita a Sarego nel Vicentino. «Se non c’è più Berlusconi - aggiunge - anche noi dovremo renderci conto della necessità di trovare un’altra strada. Meglio, così diventeremo il partito di maggioranza assoluto del Nord. Il primo obiettivo è sempre stato questo. Finora è stato sempre impossibile». In realtà, come spesso accade nelle parole di Bossi ogni qualvolta i ponti vengono bruciati, una via di collegamento resta comunque percorribile. E così una porta aperta per il Pdl viene comunque lasciata aperta. «Dialogo? Non lo so. Penso che il momento sia lontano. Vediamo cosa proporrà Alfano. Berlusconi? Lo sento qualche volta al telefono». A dare manforte a Bossi ci pensa anche Roberto Calderoli che torna ad agitare lo spettro di una rottura con Roberto Formigoni. «Il consiglio federale è stato chiarissimo: la Lega non farà mai nessun accordo con forze politiche che sostengono l’attuale governo. Quindi se le cose stanno così, va da sola alle amministrative, dopo di che si avvia una fase senza ritorno».

Il distacco ostentato dalla Lega non viene eccessivamente drammatizzato dalle parti di via dell’Umiltà dove l’uscita del Senatùr viene vista come pura tattica. Lo stesso Cavaliere resta convinto che alla fine l’alleanza non si romperà, perché si vince solo restando uniti. E c’è chi, come Michaela Biancofiore, legge nelle parole di Bossi «la volontà di spronare Berlusconi a non mollare. Una provocazione con cui tradisce vero affetto per Berlusconi».

Se i toni di Bossi verso gli ex colleghi di governo non sono certo accondiscendenti, un trattamento ancora più duro viene riservato all’esecutivo in carica. «Monti? Non c’è al momento possibilità di dialogo». E ai cronisti che gli chiedono se consideri questo il governo «peggiore» per il Nord, risponde secco: «Basta guardarsi intorno». Il leader della Lega si sofferma anche sul voto di giovedì scorso sulla responsabilità civile dei magistrati. «È stata una vittoria della Lega, una cosa che in qualche modo andava fatta. Non è stato solo il Pdl a votare a favore, ma sono stati in tanti».

Il Senatùr non si sottrae neppure quando viene sollecitato sulle fibrillazioni che scuotono il Carroccio. «Non mi pare che Tosi possa presentare una lista civica con il suo nome. Da Miglio in poi abbiamo sempre evitato le correnti perché ci farebbero diventare un partito come gli altri». E Tosi, uscendo dal summit, frena su questa ipotesi: «Valuterò cosa fare. Ci si è parlati in maniera franca. Il federale ha adottato una delibera che impedisce di presentare liste con il nome dei sindaci». Se lo scontro interno non accenna a stemperarsi, un altro fronte si sta aprendo. I militanti, infatti, sono sempre più sul piede di guerra a causa dei ricorsi contro la riforma dei vitalizi, ben 15 su 26 presentati da ex parlamentari leghisti e da uno in carica, Daniele Molgora (mentre ieri il deputato del Pdl Giorgio Jannone ha annunciato di aver ritirato il suo ricorso «scritto per ragioni di principio e non materiali»).

La linea viene dettata dal capogruppo Gianpaolo Dozzo: «La scelta di un deputato soltanto di fare ricorso contro la riforma è personale e sarà vagliata dal partito». E anche Roberto Maroni s’indigna e tira le orecchie a chi vuole contestare la riduzione del vitalizio: «Siamo in politica per la Padania non per il nostro portafoglio».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica