Bossi: "Al Nord c’è la Balena verde Casini? Guardate com’è ridotto... "

Il Senatùr non crede a disegni centristi tra Udc, Rutelli, Fini e scontenti del Pd. "Per la Balena bianca è tardi". Freno sul voto anticipato: "Prima il federalismo". Entro un anno i decreti attuativi: «Noi siamo pronti e lo è anche il governo»

Roma «Ma quale Balena bianca... Ora c’è già la Balena verde!». Il Senatùr non crede alla possibilità di nuovi disegni centristi che vedano in Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli il polo di attrazione di Gianfranco Fini e dei suoi guastatori e della pletora di scontenti del Pd in crisi di astinenza da poltrone.
La sintesi di Umberto Bossi è chiara: nel Settentrione non è possibile in alcun modo destabilizzare il patto d’acciaio che lo unisce a Silvio Berlusconi. «Ormai per la Balena bianca è tardi», ha dichiarato ieri intercettato dai cronisti in Transatlantico. E, indicando l’ex presidente della Camera, s’è lasciato sfuggire una battuta crudele. «Avete visto Casini come è ridotto? Alla Lega al Nord non si riesce a portar via nulla».
Da qualche giorno il leader del Carroccio non agita più lo spettro delle elezioni anticipate sottolineando che «prima bisogna fare il federalismo». Il rapido mutamento di posizione non è legato a una consultazione con il premier («no, non me lo ha detto Berlusconi», ha precisato), ma a un obiettivo definito: il termine ultimo per l’approvazione dei decreti attuativi è infatti fissato per il maggio del prossimo anno. I decreti «sono pronti, noi siamo pronti e penso che anche il governo lo sia», ha chiosato ricordando come non sia mai «capitato che noi portiamo cose sul federalismo e che il governo faccia resistenza». Insomma, ha specificato, «se si va al voto, la gente non è tranquilla: passa il tempo e non si conclude niente».
La legislatura, secondo Bossi, ha un suo compimento naturale: l’approvazione della riforma del fisco in senso federale. Fino a quel momento si dovrà tenere compatta (o almeno provarci) una maggioranza sfiancata dalle eresie dei dissidenti finiani. E così il Senatùr da democristiano del 2000 ha provato a gettare acqua sul fuoco. «La vicenda Fini si è ridimensionata, il clima si è già rasserenato», ha commentato approvando le dimissioni del vicecapogruppo vicario Pdl alla Camera, Italo Bocchino. «Ha fatto bene. Aveva esagerato», ha rilevato.
Analogamente, il ministro per le Riforme ha operato quella distinzione tra diritto di cronaca e polemica politica che al presidente della Camera non riesce quando si tratta del Giornale. «Penso davvero - ha spiegato riferendosi alle invettive finiane nei confronti del direttore Feltri - che Berlusconi non c’entri nulla. È suo fratello... ».
La moderazione bossiana, in realtà, ha un obiettivo ben preciso: far tornare sotto traccia quelle incrinature che i pasdaran del presidente della Camera cercano quotidianamente di squadernare dinanzi all’universo mondo. Un escamotage per salvare il federalismo che può tornare buono anche in caso di eventuale rottura. Se divorzio fosse, sarebbe tutta colpa dei finiani.
Anche per questo motivo il leader della Lega non ha nascosto l’intenzione di consultarsi quanto prima con il presidente del Consiglio («Berlusconi lo chiamerò in giornata, dobbiamo parlare di tutto... »), ma ha svicolato sui contatti con Fini. «Adesso vado a prendere un caffè... », ha replicato avviandosi verso la buvette con il nuovo capogruppo del Carroccio alla Camera, Marco Reguzzoni. «È abbastanza bravo», ha ironizzato «gli ho rovinato la vita - ha detto rivolgendosi al giovane deputato e ricordandone gli inizi in politica - perché faceva ingegneria e gli ho chiesto di fare politica, diciamo che la vita gliel’ho almeno complicata». Ma «di Reguzzoni - ha concluso il leader leghista ritornando serio - ho sempre avuto stima».
Se la geografia parlamentare della Lega è un po’ cambiata dopo le Regionali, una delle stelle fisse resta quella del ministro Giulio Tremonti e della sua politica economica: «È meglio dare gli aiuti alla Grecia.

È la via giusta, altrimenti trascina tutti. Anche il Portogallo è in difficoltà». Un’altra ondata di crisi finanziaria con questi chiari di luna non se la può permettere nessuno. Chissà quanti Stati generali dell’economia convocherebbe Gianfranco...

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica